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Perché il motore di ricerca di OpenAI non supererà Google

L’uso dei modelli linguistici per i motori di ricerca non sembra promettente come quello di Google.

Quando si pensa ai motori di ricerca, è inevitabile che il nome di Google sia il primo a venire in mente. Questo colosso del web ha dominato la scena per decenni, grazie alla sua capacità di organizzare e indicizzare enormi volumi di informazioni in modo rapido e preciso. La sua supremazia è talmente consolidata che ogni tentativo di sfidarlo sembra destinato a fallire, compreso il recente tentativo di OpenAI con il suo motore di ricerca basato su modelli linguistici (LLM).

Google e l’algoritmo PageRank

Google è riuscita a emergere grazie a un algoritmo innovativo chiamato PageRank, che ha rivoluzionato il modo in cui i risultati delle ricerche vengono ordinati e presentati. Questo algoritmo, sviluppato grazie anche all’intuito di un italiano di Padova, si basa su un sistema di valutazione della rilevanza delle pagine web, garantendo che le informazioni più pertinenti vengano mostrate per prime. A supportare questa tecnologia ci sono immensi data center e hardware dedicato, rendendo Google capace di rispondere a ricerche complesse in frazioni di secondo.

Le limitazioni dei modelli linguistici

Contrariamente ai motori di ricerca tradizionali, un modello linguistico come quello proposto da OpenAI, denominato SearchGTP, non possiede una comprensione innata della rilevanza o dell’organizzazione. La sua funzione principale è quella di generare testi basati sui dati ai quali è stato esposto, spesso limitandosi a sommarizzare i primi risultati di una ricerca. Questo comporta una serie di problematiche, come l’introduzione di errori e allucinazioni nei risultati, rendendolo poco affidabile per una ricerca precisa ed esaustiva.

Una scommessa ad alto rischio

OpenAI ha scommesso grosso sulla tecnologia Transformer, sperando di stravolgere il campo della ricerca online. Tuttavia, i risultati finora ottenuti sono lontani dall’essere soddisfacenti. La tecnologia non è ancora pronta per il mercato di massa, in particolar modo quello consumer. Offrire abbonamenti basati su un sistema che non riesce a garantire la precisione e la velocità richiesta dal pubblico odierno sembra una mossa azzardata e prematura.

L’utilizzo dell’AI nei settori industriali

Sebbene l’intelligenza artificiale stia apportando innovazioni significative in numerosi settori come l’industria, la finanza, e l’agricoltura, il contesto del motore di ricerca consumer rimane una sfida irrisolta. L’uso di modelli linguistici può essere estremamente utile in applicazioni che richiedono analisi complesse e predizioni, ma non è ancora adatto per la ricerca di informazioni sul web in tempo reale.

La sfida di OpenAI è notevole, ma la tecnologia attuale non è ancora all’altezza per competere con un colosso come Google. Continuare a migliorare la precisione e l’efficienza di questi modelli sarà essenziale, ma per ora, il trono dei motori di ricerca rimane saldamente nelle mani di Google.

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