Vai al contenuto

L’ascesa dell’IA Cinese e le nuove normative sull’uso dell’AI

La crescita dell’IA in Cina è notevole, già possedendo il 40% dei grandi modelli linguistici globali e introducendo normative all’avanguardia.

Il panorama tecnologico globale sta osservando con crescente attenzione le dinamiche che caratterizzano la corsa all’Intelligenza Artificiale (IA), un’arena in cui la Cina dimostra di stare al passo e talvolta di surclassare i grandi player come gli Stati Uniti. Secondo recenti rilevazioni, l’impero di mezzo posiziona oltre 130 grandi modelli linguistici – conosciuti come Large Language Models (LLM) –, il che rappresenta quasi la metà della totalità di questi sistemi esistenti a livello mondiale. Questa significativa presenza attesterebbe a chiare lettere le ambizioni cinesi di avere un ruolo egemone nella leadership globale dell’IA entro il 2030, un obiettivo esplicitato dal governo stesso.

In aggiunta alla consistente presenza di modelli IA, la Cina si distingue anche per un agile approccio normativo rispetto alle innovazioni tecnologiche. Ha infatti delineato un quadro regolamentare unico focalizzandosi sulla gestione dei cosiddetti “deepfake”, sulle applicazioni generative e sui sistemi algoritmici di raccomandazione dei contenuti, che riveste un ruolo notevole nell’ambiente digitale contemporaneo. Queste leggi si differenziano considerevolmente dai corrispettivi occidentali, incluse le regolamentazioni dell’Unione Europea e quelle adottate dagli Stati Uniti.

Allo stato attuale, la Cina risalta per essere uno degli attori più proattivi e meticolosi nella stesura di regolamenti che incorniciano l’utilizzo e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale a livello globale. Alcune delle iniziative regolative più influenti sono le disposizioni del 2021 che disciplinano gli algoritmi di raccomandazione, le norme del 2022 sul contenuto generato sinteticamente e le bozze di regole del 2023 che riguardano l’AI generativa.

Questi contributi normativi pongono le basi per una gestione etica e responsabile delle tecnologie emergenti e altamente impattanti, garantendo al contempo che la rapida escalation cinese nel campo dell’intelligenza artificiale si svolga all’interno di un perimetro controllato e sicuro per i cittadini e il mercato.

Si apre dunque un nuovo capitolo nella storia delle dinamiche mondiali legate all’IA, nel quale la Cina sembra decisa a porre il proprio marchio attraverso arts intelligence dotate di grandi capacità linguistiche e un contesto legislativo che ne facilita ed indirizza l’avanzamento. Ciò vale la pena di essere considerato e studiato anche dalle altre potenze mondiali che aspirano a mantenere o a raggiungere una posizione di preminenza nel competitivo settore dell’Intelligenza Artificiale.