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La solidarietà digitale: elemento cardine della diplomazia tecnologica statunitense

Il Dipartimento di Stato degli USA punta sulla ‘solidarietà digitale’ per orientare la sua cybersicurezza, supportare gli alleati e stimolare l’economia dei paesi in via di sviluppo.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha recentemente pubblicato un documento strategico che indica una nuova direzione per la sua diplomazia nel campo della tecnologia digitale. Questa politica si basa sulla nozione di ‘solidarietà digitale’ e si propone di sostenere gli alleati e partner nel loro utilizzo responsabile della tecnologia, oltre che di favorire la crescita economica nei paesi in via di sviluppo.

Il documento, che fornisce linee guida dettagliate su come gli Stati Uniti perseguiranno i loro obiettivi di diplomazia digitale, sottolinea il fermo impegno di Washington per un internet aperto e interoperabile. Ciononostante, questo approccio viene attualizzato in un periodo di crescenti sfide, incluso negli Stati Uniti stessi, dove di recente è stata approvata una legge che mira a costringere ByteDance a disinvestire da TikTok.

Antony Blinken, Segretario di Stato degli USA, ha descritto la solidarietà digitale come la ‘bussola’ del documento durante un discorso tenuto alla conferenza RSA di San Francisco. Blinken ha sottolineato come la diplomazia tecnologica sia fondamentale per promuovere lo sviluppo economico, aiutare altre nazioni a rispondere agli attacchi informatici e sfruttare l’innovazione tecnologica per affrontare problemi complessi, come il cambiamento climatico.

Usando come esempio la risposta statunitense all’invasione russa dell’Ucraina – in cui il governo americano e le società di tecnologia hanno collaborato per fornire assistenza tecnologica al governo di Kiev – Blinken ha illustrato come la solidarietà digitale si traduca in pratica. “Questa è la solidarietà digitale in azione, ed è il tipo di collaborazione che vogliamo ampliare e applicare in tutto il mondo,” ha dichiarato.

Il documento strategico individua quattro “aree d’azione” che i diplomatici americani dovranno perseguire. Tra queste, si sottolinea l’importanza di promuovere e mantenere un ecosistema digitale aperto, inclusivo e sicuro; di allineare il lavoro di governance tecnologica con i partner nel rispetto dei diritti umani; di incoraggiare un comportamento responsabile degli Stati online, scoraggiando gli attacchi informatici alle infrastrutture critiche; e infine di migliorare le capacità di politica tecnologica e di cybersicurezza dei paesi partner.

Nate Fick, alto diplomatico per la cybersicurezza presso il Dipartimento di Stato, ha sottolineato come la strategia offra una visione positiva del futuro dell’internet, in un momento in cui i regimi autoritari stanno sempre più censurando il web domestico, e alcuni paesi europei cercano di controllare i flussi di dati per riappropriarsi del proprio ecosistema tecnologico, spesso dominato da aziende cinesi e americane.

Il documento strategico indica anche il desiderio degli Stati Uniti di elaborare un nuovo trattato internazionale sulla cybersicurezza. Questa questione è al centro di alcuni dibattiti all’ONU, dove i diplomatici statunitensi stanno cercando di arginare i tentativi di Russia e Cina di promulgare un trattato sulla cybercriminalità che potrebbe minare seriamente i diritti online.

Inoltre, il documento chiede ai diplomatici statunitensi di intensificare il loro lavoro nei corpi di standardizzazione internazionali e di ravvivare il loro impegno presso l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni. Sia in termini di promozione di comportamenti responsabili online a livello statale, sia nell’ottica di migliorare la capacità cibernetica.

Per quanto riguarda le sfide future, il documento pone l’accento sull’importanza di contrastare la crescente tendenza di molti partner americani a optare per “narrative di sovranità digitale e protezionismo”. Tra quesito punti controcorrente, vi è la proposta dell’Unione Europea di certificare la sicurezza informatica dei fornitori di servizi cloud, un’idea che ha scatenato forte critiche da parte di alcuni osservatori americani e dell’industria tecnologica statunitense.

A livello globale, sempre più governi stanno cercando di esercitare un maggiore controllo sulla tecnologia, in particolar modo sui dati raccolti dalle piattaforme online o sulle catene di approvvigionamento dei componenti critici. Questa tendenza spesso entra in conflitto con l’approccio americano, che punta su un internet aperto e dominato da aziende tecnologiche statunitensi. Allo stesso tempo, l’aumento dell’influenza tecnologica della Cina rappresenta un importante sfida a questo modello.

In ottica futura, il documento strategico può essere interpretato come una sintesi delle politiche statunitensi per contrastare l’influenza di Pechino in questioni di tecnologia e politica pubblica. Con la diffusione della tecnologia cellulare 5G, le aziende cinesi stanno dominando il campo, e Blinken ha affermato che questa esperienza sta influenzando gli sforzi del Dipartimento di Stato per promuovere il lavoro di aziende impegnate a mantenere aperto il web.