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Il Trionfo Italiano agli Europei di Atletica e la Sedentarietà nei Giovani

Il successo italiano agli Europei di atletica 2024 è straordinario, ma cosa dice del rapporto tra sport e giovani italiani?

Lo sport italiano ha brillato agli Europei di atletica 2024, con l’Italia che ha conquistato un totale di 24 medaglie, un risultato straordinario che supera tutte le altre nazioni partecipanti. La performance italiana ha incluso 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi, un bottino che la vede al primo posto nel medagliere, seguita dalla Francia con 16 medaglie, dalla Gran Bretagna con 13 e dalla Norvegia con 7. Questo trionfo però non sembra riflettersi nell’interesse sportivo dei giovani italiani.

Nonostante la brillante performance internazionale, l’Italia si trova al quarto posto tra i Paesi Ocse per percentuale di popolazione sedentaria, dato che diventa ancora più preoccupante quando si osserva la fascia d’età più giovane. Secondo il rapporto “Health at a Glance 2023” dell’Ocse, il 94,5% dei bambini italiani tra 11 e 15 anni è sedentario, il più alto tasso tra i Paesi industrializzati, contro una media Ocse dell’86,3%. Questa situazione allarmante è esacerbata dalle indicazioni dell’OMS, che raccomanda almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata, aggiungendo che tale livello deve essere mantenuto per almeno 3 volte la settimana con attività aerobiche vigorose.

La gravità della situazione è ulteriormente sottolineata dall’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità che classifica la Campania come la regione italiana più sedentaria, con il 52% della popolazione che non pratica attività fisica. A seguire ci sono la Sicilia con il 42,9% e la Valle d’Aosta con il 41,5%, mentre il Trentino Alto Adige figura come la regione meno sedentaria con solo il 12% della popolazione inattiva.

Il divario nell’attività fisica è evidente anche quando si considera il livello di istruzione. I dati dell’Istat mostrano che nella fascia tra 25 e 44 anni, il 49,7% delle persone con basso titolo di studio non pratica alcuno sport, rispetto al 17,9% di coloro che hanno un livello di istruzione più alto. Questa disparità suggerisce che la propensione a praticare sport aumenta con il livello di istruzione. Le donne, in particolare, mostrano tassi di sedentarietà superiori agli uomini, con il 42,5% contro il 35,4%.

Ulteriori differenze emergono anche in relazione al reddito. Nel 2022, il 43,2% delle persone appartenenti alla fascia di reddito più bassa non praticava attività fisica, rispetto al 25,8% di coloro che appartenevano alla fascia di reddito più alta. Questo indica un forte legame tra situazione economica e pratica sportiva.

Nonostante l’attività fisica sia riconosciuta come componente essenziale per la salute, le politiche sportive sembrano avere poca influenza sulle scelte elettorali degli italiani. Solo il 18% degli elettori considera le politiche sportive un elemento decisivo nel processo di voto, in netto contrasto con temi come la sanità.

Una situazione ancora più critica si riscontra tra le persone con disabilità. Solo il 9,1% degli italiani con disabilità pratica sport regolarmente, mentre un ulteriore 14,4% svolge attività fisica saltuaria. Ciò lascia l’80% senza raggiungere i 150 minuti settimanali di attività fisica raccomandati dall’OMS. La situazione è particolarmente grave nel Mezzogiorno, dove solo il 13% delle persone con limitazioni funzionali è fisicamente attivo.

Questi dati mettono in evidenza un paradosso italiano: il successo dei nostri atleti a livello internazionale non riesce a tradursi in una cultura sportiva diffusa nel paese, soprattutto tra i più giovani e le fasce più deboli della popolazione. C’è una chiara necessità di promuovere lo sport come parte integrante della vita quotidiana per migliorare la salute e il benessere, indipendentemente dall’età, dal livello di istruzione o dal reddito.