Vai al contenuto

Il Futuro della Censura Digitale

L’eliminazione digitale sistematica di notizie come nuovo strumento di controllo.

Quando si parla di censura nell’era digitale, l’immaginazione può condurci quasi subito a distopie dove grandi corporazioni tecnologiche o stati autoritari esercitano il loro potere filtrando e plasmando l’informazione a loro piacimento. Il passaggio da una censura “manuale” a una censura algoritmica non è solo un concetto di fantascienza, ma un’eventualità che si va concretizzando con preoccupante velocità. Un futuro dove gli algoritmi decidono quali notizie debbano emergere e quali scomparire sta diventando una realtà tangibile, come suggerito dal romanzo “2054”, che esplora la morte figurata di un presidente e la conseguente rimozione sistematica dell’accaduto dalle narrazioni digitali.

La finzione letteraria sovente anticipa scenari che potrebbero manifestarsi nel nostro futuro. La prospettiva di una censura automatizzata, che scava nel vasto mare dell’informazione per sopprimere notizie sgradite, già trova riscontro in alcune pratiche attuali. Basti pensare all’uso di algoritmi da parte dei social media per decidere ciò che appare nei feed degli utenti o nell’indurimento di politiche contro le fake news che, seppur con finalità di protezione dell’ecosistema informativo, possono sfociare in azioni di controllo più opache e discutibili.

Il fulcro di questo meccanismo si basa sulla stesura di algoritmi di moderazione sempre più perfezionati, capaci non solo di individuare contenuti esplicitamente dannosi, ma anche di lavorare sottotraccia per declassare o eliminare contenuti considerati inopportuni per ragioni che possono trascendere la salvaguardia dell’ordine pubblico e orientarsi verso la tutela di interessi meno nobili. Queste dinamiche pongono seri interrogativi sui diritti digitali, sulla privacy e sulla libertà di espressione in un mondo sempre più connesso.

La questione centrale dibattuta nei circoli accademici e tra i difensori della libertà di internet è dunque come garantire un equilibrio tra sicurezza e libertà nell’epoca dell’informazione gestita da algoritmi. Il problema diviene ancor più arduo se consideriamo la difficoltà di effettuare un controllo democratico sugli algoritmi di soggetti privati che, in virtù della loro peculiarità tecnica, spesso eludono l’analisi e la comprensione del largo pubblico.

Tuttavia, nonostante le legittime preoccupazioni, la tecnologia stessa può fornire strumenti per arginare questa deriva. Software di tracciamento e sistemi di verifica incrociata delle informazioni sono solo alcune delle soluzioni che potrebbero aumentare la trasparenza e permettere agli utilizzatori della rete di avere una visione più chiara del flusso d’informazioni che li raggiunge.

La prospettiva futuristica introdotta dal romanzo “2054” non è quindi solo un’allarmante supposizione, ma un campanello d’allarme per prestare maggiore attenzione alle trasformazioni che stanno avvenendo nel nostro panorama informativo e per essere proattivi nel garantire e difendere quei valori di apertura e libertà che dovrebbero caratterizzare la società dell’informazione.