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Draghi in Spagna: Ripensare l’ecosistema dell’innovazione UE

Mario Draghi in Spagna chiede un maggior impegno dell’UE su innovazione e sostenibilità, evidenziando il grande gap con gli USA.

Durante la sua partecipazione presso il Monastero di San Jeronimo de Yuste in Estremadura, Mario Draghi ha sottolineato l’urgenza per l’Unione Europea di rinnovare il proprio impegno verso l’innovazione e la ricerca. Premiato con il “Premio Europeo Carlos V” dal re Felipe VI di Spagna, l’ex Premier italiano ha evidenziato come l’Europa investa significativamente meno rispetto agli Stati Uniti, con un divario di circa 270 miliardi di euro all’anno.

Per Draghi, è cruciale che l’Unione Europea adotti un approccio che dia priorità alla ricerca e all’innovazione, rendendole una “priorità collettiva”. Ha suggerito la creazione di una “agenda comune” focalizzata sull’eccellenza delle università europee, sull’innovazione avanzata e sul sostegno alle startup.

Nel suo discorso, intitolato “Una strategia industriale per l’Europa”, Draghi ha indicato due punti critici: il ritardo dell’Europa sia rispetto agli Stati Uniti sia rispetto alla Cina, e la necessità urgente di ridurre il costo dell’energia e di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture green. L’industria dell’Unione Europea infatti affronta costi energetici 2-3 volte superiori rispetto agli Stati Uniti, principalmente a causa del ritardo nell’installazione di nuovi impianti di energia pulita e della mancanza di risorse naturali.

Draghi ha ricordato come la quota dei modelli di intelligenza artificiale sviluppati negli USA sia attorno al 70% e che il mercato globale del cloud computing è dominato per il 65% da sole tre aziende statunitensi. Per contrastare questi numeri, Draghi ha ribadito che occorre non solo ridurre il prezzo dell’energia, ma anche sviluppare politiche industriali più efficaci e aggressive.

Sul tema delle tensioni commerciali, Draghi ha affrontato l’argomento della guerra dei dazi tra USA e Cina. Secondo lui, l’Europa deve resistere sia al protezionismo sia alle ritorsioni, puntando sugli investimenti esteri diretti e mantenendo i posti di lavoro nel settore manifatturiero europeo. Ha indicato che oltre un terzo del PIL manifatturiero europeo viene esportato al di fuori dell’UE, contro circa un quinto degli USA.

Per Draghi l’uso dei sussidi dovrebbe essere mirato a massimizzare la crescita della produttività, distinguendo tra vera innovazione e concorrenza sleale. Ha avvertito dei rischi di incentivi perversi che potrebbero danneggiare l’industria europea.

Draghi ha concluso sottolineando l’importanza di un approccio diverso per la capacità industriale europea in settori strategici come la difesa, lo spazio e i minerali critici, suggerendo anche la necessità di una politica economica estera autentica che faciliti accordi commerciali preferenziali e investimenti diretti con nazioni ricche di risorse.