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Apple sfrutta i data center Google per l’AI, il chatbot ED educa i bambini a Los Angeles

Apple si affida ai data center di Google per la sua nuova AI, mentre a Los Angeles un chatbot educa i bambini.

Apple ha recentemente svelato le sue nuove funzionalità di intelligenza artificiale (AI), sorprendendo molti con l’annuncio della collaborazione con OpenAI per integrare ChatGPT sui suoi dispositivi. Tuttavia, dietro le quinte, Apple sta collaborando con Google da mesi per utilizzare i suoi data center nel processo di addestramento dei modelli di AI.

Per lungo tempo, Apple ha utilizzato i servizi cloud di Google e Amazon per memorizzare dati e backup, inclusi quelli di iCloud. Ma per l’addestramento della nuova “Apple Intelligence”, ha necessitato di un accesso maggiore alle unità di elaborazione tensoriale (TPU) di Google, progettate appositamente per l’intelligenza artificiale. Questi chip rappresentano una valida alternativa alle GPU (Graphic Processing Units) di Nvidia.

La richiesta di Apple ha creato una significativa mobilitazione all’interno di Google, con i tecnici impegnati a garantire tutto il necessario in tempo. Questa collaborazione dimostra come Apple, nella corsa all’AI generativa, sia ancora dipendente da aziende rivali come Google, Microsoft e Amazon, che possiedono infrastrutture di data center più sviluppate.

Le nuove funzionalità AI di Apple porteranno parte del lavoro direttamente sui dispositivi degli utenti, ma attività di maggiore intensità saranno delegate a data center specializzati, che potrebbero includere anche quelli di Google, sebbene questo non sia stato confermato ufficialmente. La partnership tra Google e Apple è indicativa delle dinamiche e delle alleanze necessarie nel settore AI.

Non è solo Apple a creare collaborazioni per il potenziamento dell’AI. Microsoft e Oracle, ad esempio, hanno recentemente stretto un accordo per permettere a Microsoft di utilizzare i server cloud di Oracle per gestire alcuni carichi di lavoro di OpenAI, precedentemente supportati esclusivamente da Microsoft. Nel corso degli sviluppi futuri, Apple potrebbe integrare anche i modelli AI di Google nei suoi dispositivi iOS, come suggerito da Craig Federighi.

Amazon e l’uso dei dati di GitHub per alimentare l’AI

Un altro aspetto cruciale dell’AI riguarda la raccolta di dati di alta qualità. Amazon ha implementato una strategia ingegnosa per raccogliere dati da GitHub, la piattaforma di Microsoft, per addestrare i suoi modelli di AI. La piattaforma GitHub, con oltre 150 milioni di repository pubblici, è una fonte inestimabile di dati di codifica.

Per superare i limiti imposti da GitHub, che consente solo 5000 richieste all’ora per account, Amazon ha suggerito ai suoi dipendenti di creare più account e condividere le credenziali. Questo permetterebbe di raccogliere dati sufficienti in poche settimane invece di anni.

Sebbene questo metodo non rappresenti un furto legale, pone questioni etiche riguardanti la privacy dei dati e l’uso appropriato delle risorse della piattaforma. Amazon sostiene che il suo approccio sia stato approvato dai propri team legali e di sicurezza, anche se la legalità di tale pratica potrebbe essere messa in discussione se considerata una violazione da GitHub o dai suoi utenti.

L’AI diventa parte della vita dei bambini: il chatbot ED a Los Angeles

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole di Los Angeles, tramite il chatbot ED, mostra come questa tecnologia stia rapidamente integrandosi nella vita dei bambini. ED, rappresentato come un simpatico sole sorridente, è testato in 100 scuole e aiuta i bambini rispondendo a domande su corsi e attività.

Il sovrintendente Alberto M. Carvalho sottolinea l’importanza di comprendere e padroneggiare l’AI per non esserne sopraffatti. Il distretto di Los Angeles offre anche un corso obbligatorio sulla Cittadinanza Digitale nell’Era dell’AI per gli studenti dai 13 anni in su. Tuttavia, persiste una certa confusione tra i bambini riguardo a cosa sia effettivamente l’AI.

Mentre alcune aziende, come Google, Apple, e Meta, stanno integrando modelli di AI generativa nei loro prodotti, ci sono preoccupazioni riguardanti l’uso di questi strumenti per i compiti scolastici, la diffusione di informazioni errate e nuovi tipi di prepotenza virtuale, come la creazione di immagini false e dannose.

Sondaggi recenti rivelano opinioni contrastanti tra i giovani sull’AI: alcuni vedono in essa potenzialità creative, mentre altri temono la perdita di posti di lavoro e la diffusione di disinformazione. È essenziale che i genitori dialoghino con i figli riguardo all’AI e che i giovani siano coinvolti nello sviluppo delle normative tecnologiche per garantire un futuro digitale sicuro ed equo.

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