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Apple e OpenAI: Un’alleanza che potrebbe rivoluzionare l’industria dei dati

Apple con l’integrazione di ChatGPT nei suoi iPhone si attrezza per diventare una potenza nel mondo dei dati, superando potenzialmente anche OpenAI.

Nel panorama tecnologico attuale, il predominio nel possesso e nella gestione dei dati è un asset fondamentale. Le recenti rivelazioni presentate al WWDC di Apple indicano un notevole passo in avanti in questo ambito, con l’annuncio che l’AI di iOS18 verrà alimentata dai server di OpenAI, creatrice di ChatGPT. Questo cambiamento promette di fornire a ben 1,5 miliardi di utilizzatori di iPhone un’intelligenza artificiale avanzata senza costi aggiuntivi, come riportato da Bloomberg.

L’accordo tra Apple e OpenAI implica che i server di quest’ultima gestiranno una mole impressionante di dati provenienti dalle richieste degli utenti, che spaziano da traduzioni e sintesi di testi a generazioni di nuovi contenuti e risposte vocali. Questa enorme quantità di informazioni include comunicazioni aziendali di CEO, testi, domande di vario genere e molto altro, rendendo OpenAI il destinatario di una vasta e variegata base di dati.

In questo scenario, è cruciale considerare le implicazioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. Apple, che fino a ora si è distinta principalmente come hardware company e successivamente come software company, potrebbe trasformarsi nella più grande data-company del mondo. Ciò avviene non semplicemente raccogliendo i dati, ma utilizzandoli per migliorare i propri modelli di AI attraverso l’analisi di feedback e comportamenti degli utenti.

Contrariamente a OpenAI che deve affrontare costi elevati per accedere ai dati di piattaforme come StackOverflow, Reddit e altri, Apple potrebbe sfruttare direttamente la propria immensa base di utenti. Questo le consentirebbe di ottenere dati ricchi di contesto e specificità, cruciali per allenare modelli di intelligenza artificiale sempre più efficienti e avanzati. Immaginate, ad esempio, che Apple riesca a identificare i comportamenti e le necessità specifiche di diverse categorie di utenti: dagli adolescenti italiani che cercano aiuto per i compiti, alle massaie che cercano offerte online, fino agli amministratori delegati che richiedono informazioni sui prodotti concorrenti. Questo flusso continuo di dati permetterebbe alla società della Mela di raffinare e migliorare costantemente i suoi servizi di AI.

Questa dinamica di accumulo e analisi dei dati da parte di Apple pone una domanda fondamentale su chi, tra i due giganti tecnologici, gestirà il maggior bagaglio di informazioni e chi, di conseguenza, avrà il vantaggio competitivo futuro. Le implicazioni di questa concentrazione di dati sono significative, con il rischio di compromettere la privacy degli utenti a breve termine e la possibilità di superare OpenAI nelle capacità di generazione di modelli AI nel medio-lungo termine.

Questo sviluppo è una testimonianza dell’era attuale, dove il potere economico e tecnologico di un’azienda può derivare in larga misura dalla propria capacità di gestire enormi quantità di dati. Apple, integrando ChatGPT nei suoi iPhone, non solo offre un servizio migliorato ai suoi utenti, ma si posiziona come un attore centrale nel mondo dei dati. Non sorprende quindi che queste mosse abbiano contribuito a un impressionante rialzo delle azioni Apple, riportandola al primo posto del Nasdaq con un valore di mercato che sfiora i 3,2 trilioni di dollari.

Siamo davanti a una trasformazione che potrebbe ridefinire l’industria dei dati e, più in generale, il futuro tecnologico. Il ruolo dominante dei dati nel potenziamento delle intelligenze artificiali conferma che chi saprà gestire meglio questi dati avrà in mano le chiavi del futuro.