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Stratega democratico critica azione legale riguardo le chiamate automatizzate generare da AI che imitano Biden

Il protagonista dietro le chiamate automatizzate create da AI a imitazione di Biden ritiene che la cause legale intentata contro di lui non avrà seguito.

Il principale artefice dietro una serie di chiamate automatizzate generate da intelligenza artificiale (AI) che impersonavano il presidente Joe Biden, contattando migliaia di elettori nel New Hampshire all’inizio di quest’anno, sostiene che la causa legalmente intentata contro di lui sia priva di fondamento. Questo dibattito avviene nonostante Steve Kramer, l’operatore democratico in questione, sostenga di non averla mai vista.

La causa è stata presentata il 14 marzo dalla League of Women Voters, un’organizzazione americana attiva nel campo dei diritti civili. La denuncia riguarda non solo Kramer, ma anche l’azienda di marketing politico texana Life Corporation e il carrier di telecomunicazioni Lingo Telecom. Gli imputati avrebbero praticato una suppressione illegale degli elettori in violazione del Voting Rights Act e del Telephone Consumer Protection Act, cercando danni di $500 per ogni chiamata automatizzata inviata agli elettori del New Hampshire e di altri stati, invitando i democratici a non votare nelle primarie presidenziali.

Nonostante l’indagine in corso e la causa legale, Kramer rimane scettico sulla possibilità che quest’ultima possa avere esito positivo. Afferma di aver portato avanti questa campagna di chiamate automatizzate consapevolmente e di conoscere i suoi obiettivi.

La questione verte sulle elezioni primarie del New Hampshire che si sono tenute il 23 gennaio, dove Biden era in competizione con il contendente Dean Phillips. Kramer era un consulente pagato per la campagna di Phillips e la sua azienda, Get Out The Vote, era stata retribuita circa $269,000 dalla campagna di Phillips nel 2023 e 2024 per servizi di accesso alle schede elettorali e di contatto con gli elettori. Tuttavia, la campagna di Phillips ha negato qualsiasi coinvolgimento nella creazione della chiamata automatizzata e ha dichiarato di aver successivamente interrotto i legami con Kramer.

Per quanto riguarda la questione legale, Kramer sostiene di non aver mai ricevuto notifica della causa né di aver mai visto i documenti legali. Nonostante ciò, secondo una dichiarazione giurata presentata in tribunale il 18 aprile, gli avvocati della League of Women Voters affermano di aver tentato numerose volte di consegnare a Kramer o ai suoi rappresentanti i documenti della causa.

All’interno di questa controversia vi è anche l’uso fatto da Kramer dell’intelligenza artificiale per creare deepfake, ovvero manipolazioni dell’audio o del video tali da sembrare reali. In questo caso, l’aiuto della AI ha permesso di generare una chiamata automatizzata che sembrava provenire direttamente dal presidente Biden. Kramer ha difeso le sue azioni sostenendo che l’uso di questa tecnologia ha portato a un’ampia visibilità nazionale sui pericoli dei deepfake generati da AI, stimolando riforme normative e un approccio più responsabile dei legislatori nei confronti di questa minaccia a livello elettorale.

Infine, Kramer ha dichiarato di collaborare con il Dipartimento di Giustizia del New Hampshire, l’ufficio del Procuratore generale del New Hampshire e la Federal Communications Commission non solo per rispondere a una citazione ma per aiutare a prevenire l’uso di questo tipo di intelligenza artificiale.