Vai al contenuto

Sperimentare AutoDock su Azure per HPC

Scopri come AutoDock Vina, strumento essenziale per la simulazione molecolare, può essere eseguito efficacemente sulla piattaforma Azure Machine Learning.

L’integrazione delle applicazioni di calcolo ad alte prestazioni (HPC) in ambienti come la piattaforma Azure Machine Learning apre nuove frontiere nell’ambito delle ricerche scientifiche e, in particolare, nella progettazione di farmaci e nello studio delle interazioni biomolecolari. AutoDock Vina rappresenta uno degli strumenti preminenti in questo settore, poiché consente di eseguire simulazioni molecolari con un elevato livello di precisione e di dettaglio.

Di seguito, verrà illustrato come tale applicazione può essere implementata e sfruttata pienamente nell’ambiente di Azure, offrendo la possibilità di creare un ambiente di lavoro dinamico e scalabile per la simulazione di docking, grazie alla piattaforma Azure Machine Learning (AML). Quest’ultima si contraddistingue per essere una soluzione altamente personalizzabile in grado di adattarsi alle specifiche necessità di workload HPC, come simulazioni, rendering o analisi dati.

Le fasi per eseguire AutoDock Vina su Azure includono la preparazione dell’ambiente AML, la creazione di volumi Azure NetApp Files (ANF) per i notebook di Machine Learning, e la configurazione di un cluster di calcolo per l’esecuzione del lavoro. ANF fornisce uno storage persistente, essenziale per la maggior parte delle applicazioni HPC, garantendo accessibilità e scalabilità.

Preparare l’ambiente AML è il primo passo, seguito dalla creazione di un volume ANF con livello di servizio “Standard” e protocollo NFSv3. Successivamente, verrà effettuata l’installazione di AutoDock Vina sull’ANF volume e la creazione dello script di docking di Vina. Per eseguire il lavoro di docking è necessario un cluster di calcolo che verrà configurato nell’ambiente di Azure e, infine, verrà creato il comando di lavoro per l’esecuzione dello script sul cluster.

Utilizzare Azure Machine Learning per applicazioni HPC, come AutoDock Vina, comporta una serie di benefici tra cui la flessibilità nell’uso dei risorse di calcolo on-demand e la trasparenza dei costi, senza ulteriori commissioni per l’utilizzo della piattaforma AML.

È importante notare che l’uso di AML non è progettato nativamente per applicazioni HPC, pertanto potrebbe richiedere alcune modifiche o riscritture del codice durante il processo di migrazione. Ad esempio, si potrebbe necessitare della creazione di una pipeline parallela o gestire manualmente la logica di distribuzione del carico di lavoro tra i nodi.

In conclusione, la simulazione di docking molecolare con AutoDock Vina su Azure Machine Learning non solo amplia le possibilità di ricerca e sviluppo nel campo scientifico, ma lo fa con una facilità e un’efficienza che prima non erano possibili. L’accessibilità e la scalabilità che Azure offre rappresentano un cambio di paradigma per i ricercatori e gli sviluppatori che lavorano su applicazioni HPC.

30