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Piracy Shield e il Blocco degli IP: l’Analisi Critica dell’Esperto Stefano Zanero

Piracy Shield e il dibattito sulla efficacia del blocco degli IP. Il professor Stefano Zanero spiega perché tale approccio è imprudente e potenzialmente pericoloso.

Il professor Stefano Zanero, docente di Sicurezza Informatica e Digital Forensics and Cybercrime presso il Politecnico di Milano, ha recentemente messo in luce alcuni punti problematici relativi all’approccio utilizzato da Piracy Shield, la piattaforma dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) concepita con l’obiettivo di arginare la diffusione online di contenuti illeciti.

Rispondendo a un intervento del Commissario Agcom Massimiliano Capitanio, Zanero ha sollevato dubbi sulla validità e sull’efficacia del blocco degli indirizzi IP, suggerendo che tale strategia potrebbe rivelarsi controproducente anziché essere benefica.

La ragione principale per la quale Zanero considera il blocco degli IP una cattiva idea risiede nella complessità e nella natura mutevole del web. Un approccio così restrittivo, infatti, potrebbe comportare gravi ripercussioni sulla navigazione di utenti ignari e innocenti, limitando la possibilità di accesso a contenuti del tutto legali. Inoltre, non mancano gli episodi in cui cyber criminali altamente esperti riescono a bypassare questi blocchi, rendendo lo strumento meno efficace di quanto si sperasse.

Quindi, se da un lato la volontà di combattere la pirateria multimediale è lodevole e necessaria, dall’altro è fondamentale adottare le giuste strategie, valutando con attenzione le possibili conseguenze negative. Inoltre, l’obiettivo non dovrebbe limitarsi alla mera punizione degli utenti che ricorrono a fonti illegali di contenuti, ma spingere verso una soluzione che permetta a tutti di avere accesso sicuro e legalmente riconosciuto a materiale di grande qualità.

E’ evidente che la lotta alla pirateria online richieda un intervento multilaterale, che vada oltre il semplice blocco di indirizzi IP. Invece di cercare scorciatoie, il mondo della tecnologia e delle istituzioni dovrebbero collaborare per trovare soluzioni equilibrate, rispettose del diritto alla privacy degli utenti e mantenere un equilibrio equo tra protezione dei diritti d’autore e libero accesso all’informazione.