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Operazioni Cibernetiche: L’Accusa di USA e UK alla Cina

USA e UK svelano i tentativi di infiltrazione cibernetica cinesi nelle dinamiche politiche interne.

Le sfide della cyber security odierna affrontano una nuova dimensione a seguito delle recenti accuse rivolte dagli Stati Uniti e dal Regno Unito alla Cina. L’escalation delle operazioni cibernetiche con radici a Pechino mette in luce gli sforzi palesi di interferire in questioni politiche sensibili.

Il governo statunitense ha recentemente messo in evidenza l’attività di sette individui cinesi e di una società con base a Wuhan, implicati in un’intricata operazione di hacking focalizzata su figure politiche negli Stati Uniti. Accuse simili giungono oltre l’Atlantico, dove il Regno Unito ha rivelato attacchi a sistemi elettorali britannici. Le misure punitive, che includono sanzioni economiche e l’offerta di ricompense per informazioni utili, riflettono la severità della situazione.

L’indictment formalizzato nel distretto orientale di New York, scopre il velo su un’operazione estesa che punta a compromettere dispositivi personali di ufficiali statunitensi, dissidenti residenti negli USA e varie società. Merrick B. Garland, Attorney General, sottolinea l’intransigenza della giustizia americana di fronte a simili tentativi di intimidazione o furto da parte del governo cinese.

In parallelo, è stata svelata l’identità di una compagnia tecnologica di Wuhan, Wuhan XRZ, accusata di svolgere operazioni per conto del gruppo di hacker APT31, sotto stretto monitoraggio delle forze della cybersecurity mondiale. La Department of Treasury statunitense ha altresì sanzionato due individui associati a intrusioni su infrastrutture critiche del paese.

Nel Regno Unito, mosse analoghe hanno puntato l’attenzione su gruppi di hacker cinesi che hanno mirato all’infrastruttura delle elezioni britanniche, delineando un modus operandi che sembrerebbe lasciare poco spazio a dubbi sull’autore. Il vetrovoce dell’ambasciata cinese a Washington ha, tuttavia, rifiutato le accuse, definendole “irresponsabili” e “una distorsione dei fatti”, sostenendo che la Cina stessa è vittima di attacchi cibernetici, spesso originati dagli USA.

Analizzando quanto accaduto, esperti in cyber security rimarcano l’importanza di difendere le libertà individuali da soprusi internazionali e di preservare i principi democratici che rischiano di essere scalfiti dal tentativo di opposizione esterna, come testimoniato dalle dinamiche tra stati.

Il National Cyber Security Centre del Regno Unito ha attribuito tali tentativi di infiltrazione al gruppo APT31, riconosciuto come quasi sicuramente coinvolto negli attacchi ai membri del Parlamento britannico e nel furto di dati di 40 milioni di elettori. Questa conclusione ha dato avvio a un dibattito sull’importanza e sull’effettivo impatto di queste breccie alla sicurezza del dato e alla privacy degli individui.

Infine, l’ammissione della Commissione Elettorale britannica di aver fallito un audit di cybersecurity dopo l’attacco indica una presa di coscienza da parte delle istituzioni, con l’impegno verso il rafforzamento della resilienza democratica e la tutela dell’integrità del processo elettorale.