Un ampio numero di file esposti su un server nord coreano indicano un possibile modo per questa nazione riservata di eludere le sanzioni internazionali.
Il mistero della produzione di contenuti animati per giganti streaming come Amazon e Max si è intensificato di recente, a seguito della scoperta di migliaia di files esposti in un server non protetto della Corea del Nord.
Questo ritrovamento ha portato gli esperti a riflettere sull’esistenza di un sistema ben orchestrato nel Paese eremitico, grazie al quale riesce a scansare le sanzioni internazionali. Dall’analisi dei files rinvenuti, pare che i programmi animati di Amazon e Max siano stati effettivamente prodotti non solo in Corea del Sud, ma anche nella sua contrada settentrionale, nonostante le forti limitazioni imposte dal resto del mondo.
La vastità dei files scoperti potrebbe suggerire una produzione ben più ampia di quanto previsto. Conquistare un vantaggio nel mercato dell’animazione è sicuramente un obiettivo attuale per molte nazioni, e la Corea del Nord sembra aver perseguito questa linea nonostante le difficoltà. La domanda è: come ha potuto ottenere un risultato del genere, operando in un contesto con forti restrizioni esterne?
Secondo alcune teorie, numerosi artisti animatori lavorerebbero nell’ombra, celati sotto il nome di compagnie cinesi o sudafricane. Questi professionisti, formati nelle accademie d’arte della Corea del Nord, potrebbero dunque contribuire alla realizzazione dei contenuti per importanti piattaforme di streaming, rimanendo tuttavia nell’anonimato.
La scoperta dei files esposti è solo l’inizio. Si prevedono ulteriori sviluppi che potrebbero contribuire a svelare la rete di produzione nascosta che assiste la Corea del Nord. È altresì fondamentale per le autorità competenti capire come riuscire a rintracciare e perseguire eventuali violazioni delle sanzioni internazionali. Il mondo dell’animazione digitale non è mai stato così avvincente e misterioso come in questa stravagante vicenda internazionale.