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Microsoft Sentinel facilita la migrazione da SIEM

Scopriamo come Microsoft Sentinel sta semplificando il processo di migrazione da altri sistemi SIEM grazie alla sua nuova esperienza di migrazione.

La gestione della sicurezza informatica è vitale per proteggere le infrastrutture IT dinanzi alle crescenti minacce cyber. I sistemi SIEM (Security Information and Event Management) giocano un ruolo cruciale nell’identificazione, nel monitoraggio e nella risposta alle minacce di sicurezza in tempo reale. La piattaforma Microsoft Sentinel si è affermata come uno strumento robusto in questo scenario, e ora sta rendendo ancor più agevole il passaggio da sistemi SIEM pre-esistenti a questa soluzione avanzata.

Recentemente, Microsoft ha annunciato il lancio della funzionalità di migrazione SIEM, specificatamente progettata per facilitare il trasferimento delle rilevazioni SIEM alle regole analitiche di Microsoft Sentinel. Questa novità rappresenta un’evoluzione significativa nell’approccio alla cyber security, riducendo i tempi e le complessità spesso associati a questi processi.

In particolare, la procedura di migrazione supporta il passaggio da Splunk — sia nella versione Enterprise che Cloud — verso Microsoft Sentinel. I vantaggi sono molteplici: dal ridurre la manualità e l’intensità di risorse richieste dalle precedenti metodologie di migrazione, all’introduzione di un’editor integrato per modificare e ottimizzare le query prima dell’importazione definitiva.

L’esperienza di migrazione di Splunk a Microsoft Sentinel viene affrontata in fase di accessibilità generale (GA), con il supporto per la migrazione delle rilevazioni di Splunk alle regole analitiche di Microsoft Sentinel basate su query semplici, esclusive di tabelle singole e basate sul CIM (Common Information Model) di Splunk. Un dettaglio non meno importante è la valutazione del livello di successo nella migrazione di ogni rilevazione, che consente agli utenti di determinare le operazioni da compiere per ogni specifico caso.

Per avviare il processo di migrazione, sono necessari alcuni passaggi preliminari che includono il possesso di privilegi di amministratore su Splunk, il ruolo di Microsoft Sentinel Contributor, nonché la corretta configurazione delle tabelle dati tramite i connettori e analizzatori dati predefiniti disponibili nel Content Hub di Microsoft Sentinel.

La sequenza dell’esperienza di migrazione SIEM prevede l’upload del file JSON esportato da Splunk e la revisione della traduzione delle query, contrassegnate in stati differenti quali: Completamente Tradotto, Parzialmente Tradotto, Non Tradotto e Tradotto Manualmente. L’obiettivo è quello di ridurre gli stati di parziale o mancata traduzione e di rendere il processo meno gravoso possibile per gli utenti.

Come naturale evoluzione di questa iniziativa, Microsoft ha in programma di aggiungere ulteriori supporti, come ad esempio la traduzione dal CIM di Splunk all’Advanced Security Information Model (ASIM) di Microsoft Sentinel, l’integrazione delle macro di Splunk e delle funzioni di ricerca, nonché la traduzione di logica di correlazione complessa che interroga e correla eventi attraverso molteplici fonti dati.

In questo scenario sempre più intricato di minacce informatiche, l’esperienza di migrazione SIEM di Microsoft Sentinel rappresenta un passo fondamentale verso la semplificazione e l’accelerazione della transizione a sistemi di gestione della sicurezza all’avanguardia.