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L’uso diffamatorio delle Deepfake: un dipendente scolastico incastra il preside con un discorso razzista

Un caso inquietante di uso di deepfake per scopi diffamatori mette in luce i pericoli inerenti all’evoluzione incontrollata della tecnologia.

In un episodio recentemente riportato dalla stampa internazionale, un dipendente scolastico è stato accusato da un preside di averlo incastrato con una deepfake contenente un discorso razzista. È il primo caso del genere e dimostra non solo i potenziali danni che la tecnologia delle deepfake può causare, ma anche l’urgenza di imporre limiti a un uso irresponsabile di queste tecnologie.

Le deepfake, per chi non fosse familiare con il termine, sono video o audio manipolati utilizzando l’intelligenza artificiale per far sembrare che una determinata persona stia dicendo o facendo qualcosa che non ha mai detto o fatto. Nel caso specifico, il dipendente scolastico ha preso video e audio di un discorso del preside, alterandoli con l’uso di questa tecnologia per farlo sembrare autore di dichiarazioni razziste.

In termini di cybersecurity, questo incidente rappresenta un esempio di come le deepfake possano essere utilizzate per agire in modo malintenzionato: usarla per danneggiare la reputazione di un individuo, mettere in moto campagne diffamatorie o perfino per estorcere denaro.

Ciò che è ancora più inquietante è che questa tecnologia è accessibile a chiunque abbia un computer ed una connessione internet. Ciò significa che qualunque persona dotata di minime conoscenze di base in materia di intelligenza artificiale può creare una deepfake. Questo ovviamente mette in risalto nuove,preoccupanti sfide in termini di sicurezza sul web.

Possiamo solo immaginare le conseguenze se questa tecnologia fosse utilizzata su larga scala per influenzare l’opinione pubblica. In un mondo sempre più connesso, la possibilità di diffondere false notizie o diffamazioni potrebbe avere un impatto significativo su vari aspetti del vivere quotidiano, dall’economia alla politica.

La questione è urgente e richiede un’azione immediata. È necessario un impegno collettivo da parte delle istituzioni, dei fornitori di servizi internet e di tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza online per implementare delle misure che possano scoraggiare l’utilizzo malevolo delle deepfake e proteggere le persone dai pericoli ad esse associati.