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L’UE contro il monopolio AI statunitense

L’UE teme di perdere la corsa all’innovazione AI contro i titani tecnologici USA. Una sfida che chiama all’azione.

La Vice Presidente e Commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha acceso i riflettori su una crescente preoccupazione europea: il dominio degli Stati Uniti nel settore emergente dell’intelligenza artificiale (AI). La competizione tecnologica globale si sta infiammando, e l’Europa si trova a fronteggiare un bivio cruciale.

La visione di Vestager, rivelata in una recente intervista, getta luce su un’inquietudine che va oltre il semplice dominio dei giganti tech americani. Al di là della dilemmatica scelta “americano o americano”, sta il rischio tangibile che l’Europa possa rimanere dietro nelle prime file dell’innovazione mondiale, relegata a un ruolo di comparsa in un settore strategico per il futuro dell’economia e della società.

Microsoft, con il sostegno a OpenAI, creatrice del celebre ChatGPT, e Google, con le proprie iniziative in AI, rappresentano la punta dell’iceberg di una rivalità che sta riscrivendo le regole del mercato tecnologico. La rapidità con cui queste imprese stanno progredendo nello sviluppo dell’AI lascia intravedere una futura concentrazione del potere nelle mani di pochi, con ripercussioni su scala mondiale.

Tali movimenti non sono sfuggiti alle autorità antitrust, sia negli USA, dove il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission esaminano OpenAI sotto la lente antitrust, sia in Europa, dove è stato chiesto un feedback agli operatori del settore per valutare l’effetto sulla libera concorrenza. Anche nel Regno Unito, la Competition and Markets Authority (CMA) è vigile sulla questione.

Vestager sottolinea come i big data abbiano già ridefinito le dinamiche di mercato e come l’AI possa accelerare ulteriormente questo processo. La storia recente ci insegna gli effetti avuti dai colossi dei social media, motori di ricerca e soluzioni cloud, come Meta, Google e Amazon, che hanno relegato l’Europa a una posizione marginale. Il fantasma di un simile scenario nell’AI è un campanello d’allarme per il Vecchio Continente.

La preoccupazione si fa palpabile quando, nazioni come la Francia, rallentano l’approvazione di leggi europee sull’intelligenza artificiale per non ostacolare le realtà nazionali come Mistral AI. Questo atteggiamento riflette la necessità di trovare un equilibrio tra regolamentazione e stimolo all’innovazione.

L’Europa ha dunque l’urgenza di formulare una risposta concreta, che non sia una semplice reazione difensiva, ma una strategia proattiva volto a coltivare la propria eccellenza nel campo dell’AI. Una sfida di politica tecnologica e di sviluppo economico che chiama in causa non solo i governi, ma anche le imprese e l’intero ecosistema di ricerca e innovazione.