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L’avanzamento dell’IA e le sfide per la sicurezza nazionale

Funzionari d’intelligence avvertono: il rapido progresso dell’IA mette a rischio la sicurezza degli USA.

Un senso d’urgenza pervade il settore dell’intelligence americano di fronte all’inafferabile e vertiginoso progresso delle tecnologie di intelligenza artificiale (IA). La recente valutazione dei rischi annuali da parte del corpo d’intelligence degli Stati Uniti rievoca il grido d’allarme: l’accelerazione nel settore dell’IA non solo catalizza innovazioni strabilianti, ma solleva anche preoccupazioni per la sicurezza nazionale.

Mentre modelli avanzati di apprendimento automatico spingono l’IA verso la sua “era industriale”, i potenziali impatti economici si fanno considerevoli, seminando nel percorso tecnologico conseguenze non intenzionali che includono una dilagante ondata di deepfakes e disinformazione. Ciò potrebbe aprire le porte allo sviluppo di virus generati dall’IA e nuove classi di armi chimiche. Oltre all’eco distante di problematiche future, l’apprensione risuona in modo più tangibile nelle parole del Direttore dell’FBI, Christopher Wray, che esprime preoccupazione per una possibile sottrazione di modelli di IA, incentivando le agenzie americane ad intensificare le strategie di sicurezza per tutelare il comparto industriale tecnologico nazionale.

Ricentemente, una figura in California è stata assicurata alla giustizia con l’accusa di avere asportato illegalmente materiale legato all’IA da Google, sua precedente occupazione, con l’intento di trasferirlo a società cinesi. Questa vicenda mette in luce l’ansia crescente che le agenzie di sicurezza cinesi, peraltro rafforzate da un imponente insieme di cyber-assalitori, possano incrementare i loro già notevoli arsenali di tecniche di intrusione e distruzione digitale sfruttando le scoperte statunitensi.

Il rapporto annuale non manca di conferire alla Cina il titolo di principale minaccia cyber per governi, settori privati e infrastrutture critiche. Nota come “Volt Typhoon”, l’attività di spionaggio cinese viene ritratta come una manovra orientata a infiltrarsi nelle reti infrastrutturali critiche con l’obiettivo di sovvertire le comunicazioni in caso di conflitto militare.

L’approssimarsi delle elezioni federali amplifica le preoccupazioni per potenziali tentativi di intervento da parte di avversari internazionali. Il rapporto suggerisce che Cina, Russia e Iran rappresentino una preoccupazione significativa per la sicurezza elettorale. Si sospetta che queste nazioni possano manipolare le divisioni sociali interne o usare IA generativa per camuffare in maniera più efficace le loro interferenze nelle imminenti elezioni.

Assieme a queste considerazioni sulla congiuntura attuale, il report descrive anche la diffusione rapida di spyware commerciale, con un numero di paesi che lo utilizza cresciuto da 73 in un lasso di tempo che va dal 2011 al 2023. L’impiego di questo genere di software da parte dei governi per monitorare dissidenti e giornalisti sembra destare allarme, benché si riconosca che anche le agenzie di intelligence sono partecipi dell’economia dei dati in cui queste compagnie operano.

Quando interrogata sull’acquisto di dati commercialemente disponibili da parte della comunità d’intelligence, la Direttrice dell’Intelligence Nazionale Avril Haines ha risposto che tali informazioni sono “sempre più fondamentali per il lavoro della comunità d’intelligence”.