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La proliferazione di siti di notizie inaffidabili gestiti dall’intelligenza artificiale

Quasi mille siti di notizie inaffidabili generati dall’intelligenza artificiale stanno operando online senza supervisione umana.

In un’epoca in cui la intelligenza artificiale permea molti aspetti della nostra vita, emerge un fenomeno inquietante: la proliferazione di siti di notizie inaffidabili. Secondo i dati più recenti di NewsGuard, organizzazione che monitora la disinformazione online, esistono quasi mille siti creati e gestiti dalla tecnologia AI in oltre 16 lingue differenti, italiano incluso.

NewsGuard ha rivelato che questi portali, spesso con nomi generici come iBusiness Day, Ireland Top News e Daily Time Update, pubblicano articoli senza quasi alcun intervento umano. Sono state identificate 1.265 fonti di disinformazione basate su AI, in confronto ai 1.213 siti di informazione tradizionali. Questo fenomeno è esploso grazie alle content farm e ai meccanismi di pubblicità programmatica che non distinguono la qualità e la veridicità dei siti sui quali vengono pubblicati gli annunci.

Il rischio della disinformazione dilagante

Questi siti, che sembrano legittimi agli occhi di molti, pubblicano articoli su vari argomenti, inclusi politica, tecnologia e intrattenimento. Tuttavia, molte di queste informazioni risultano essere palesemente false, come bufale su morti di celebrità o eventi inventati. Gli articoli generati da intelligenza artificiale contengono raramente supervisione redazionale, risultando così in una qualità dei contenuti estremamente bassa e, in molti casi, volutamente ingannevole.

Il modello di business che sostiene questi siti è basato prevalentemente sulla pubblicità programmatica. Le aziende finiscono per sostenere economicamente questi portali con i loro annunci, spesso senza essere consapevoli della scarsa affidabilità dei contenuti. Questo problema è amplificato dal fatto che i marchi non riescono a escludere efficacemente questi siti dalla lista di quelli autorizzati a pubblicare i loro annunci, fornendo così un incentivo economico per la proliferazione di contenuti inaffidabili.

Tra gli esempi più allarmanti identificati da NewsGuard vi è un sito gestito dal governo cinese che utilizza informazioni generate dall’AI per sostenere false teorie, come quella di un laboratorio di armi biologiche statunitense in Kazakistan. Similmente, una rete di 167 siti legati alla Russia diffonde informazioni fuorvianti sulla guerra in Ucraina.

Questa esplosione di contenuti falsi e fuorvianti non è senza conseguenze. Nelle settimane precedenti il voto europeo, è stata registrata un’impennata di affermazioni false riguardanti l’Unione Europea, volte a seminare sfiducia e delegittimare il processo elettorale. Questo tipo di disinformazione minaccia non solo la reputazione di individui e istituzioni, ma anche la stabilità sociale e politica dei paesi coinvolti.

È necessario un approccio consapevole e responsabile sia da parte dei brand che degli utenti per contrastare l’ondata di disinformazione online. Le tecnologie di pubblicità dovrebbero migliorare i loro meccanismi di controllo per escludere i siti inaffidabili, mentre gli utenti devono sviluppare un approccio critico nei confronti delle informazioni che consumano. Questo fenomeno mette in evidenza l’importanza di un giornalismo tradizionale e verificato come baluardo contro la proliferazione di notizie false.