Vai al contenuto

La Nato a 75 anni: la sfida incombente della Russia

La Nato, nata nel 1949, oggi conta 32 membri. Alla luce della sfida crescente rappresentata dalla Russia, esaminiamo il ruolo attuale e futuro dell’alleanza.

La Nato, l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, celebra quest’anno il suo 75° anniversario. Venne fondata il 4 aprile 1949 da 12 nazioni: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. A partire da quella decisione initiale, l’organizzazione ha visto una successiva espansione, includendo attualmente un totale di 32 membri. Ma negli ultimi anni, la sfida più rilevante sembra provenire dal minaccioso comportamento della Russia.

Analizzando il ruolo della Nato, appare evidente la sua natura eminentemente militare, nata per controbilanciare la minaccia espansionistica dell’Unione Sovietica di un tempo. Di fatto, osservando l’evoluzione della spesa militare dei paesi membri nell’ultimo decennio, risulta chiaro un trend di crescita, soprattutto nell’ultimo anno, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Di conseguenza, la necessità di prepararsi a fronteggiare la minaccia russa risulta più che mai cruciale, con una spesa militare totale che ha sfiorato i 1.264 miliardi di dollari solo nell’ultimo anno.

La Russia ha dimostrato ripetutamente la sua ostilità verso la Nato. Prendendo come esempi recenti l’invio di un missile sopra i cieli della Polonia, membro della Nato, e la presenza di navi da guerra russe nel Mediterraneo, è facile comprendere perché l’Alleanza sia in stato di continua allerta. Questi atti aggressivi, pur non violando nessuna norma, hanno creato un clima di tensione e preoccupazione tra i membri dell’alleanza.

Al centro di questa tensione tra Nato e Russia risiedono gli articoli 4 e 5 del Patto Nato. L’articolo 4, invocato di recente dalla Polonia, chiede esplicitamente all’Alleanza di avviare una diplomazia preventiva. In altre parole, si richiede di verificare se il Paese in questione sia effettivamente sotto minaccia. L’articolo 5, d’altro canto, è il cuore dell’Alleanza: stabilisce che un attacco armato contro uno o più membri sarà considerato come un attacco diretto a tutte le parti. Di conseguenza, se la Russia decidesse di compiere operazioni militari sul territorio di un Paese membro dell’Alleanza, tutti gli altri membri sarebbero obbligati ad intervenire in sua difesa.

Alla luce dei recenti eventi, varie questioni pendenti riguardano l’applicazione dell’articolo 5. Tra queste, vi è la definizione di ‘attacco’, essenzialmente se comprende o meno gli attacchi informatici. Considerando che nel 1949, quando èstato scritto il trattato, gli attacchi informatici non erano concepibili, ora più che mai è necessario aggiornare l’interpretazione di tale articolo.

Per riassumere, mentre la Nato celebra il suo 75° anniversario, l’ombra dell’aggressività russa pende sulla sua esistenza. Al centro del dibattito c’è il futuro dell’Alleanza e il modo in cui sarà in grado di affrontare le minacce emergenti. Inoltre, la necessità di una riforma degli articoli del Patto è diventata più pressante che mai, soprattutto alla luce delle sfide digitali e dei cambiamenti geopolitici in corso.