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La Gestione dei Limiti Elettromagnetici in Italia: un Approccio più Prudente rispetto all’Europa

Il confronto tra l’Italia ed il resto dell’Europa nei limiti elettromagnetici: approccio italiano più cautelativo o necessità di allineamento?

L’Italia si distingue in Europa per l’approccio particolarmente prudente nella gestione dei limiti elettromagnetici. Secondo Patrizia Catenacci, General Director del Ministry of Enterprises and Made in Italy, la soglia dei 6 voltmetro è frutto di una decisione molto prudente, scelta in occasione del convegno internazionale “5G&Co. – Everything is connected” tenuto a Roma.

Il proposito di spostare ulteriormente il limite è, secondo Catenacci, una conseguenza della volontà di sperimentare nuove tecnologie in accordo con le richieste del mercato. È importante sottolineare che negli altri Paesi europei, il limite medio è molto più alto, attestandosi a 60 voltmetro.

L’idea comune legata allo sviluppo del 5G prevede un inasprimento dei siti. Ma, come sottolineato dalla stessa Catenacci, i siti già esistenti consentirebbero l’implementazione delle nuove reti, senza la necessità di nuove infrastrutture, almeno fino alla necessità di sviluppo di nuovi servizi e prodotti in alta richiesta.

D’altro canto, fino ad ora, l’approccio per la gestione degli impianti ha tenuto in considerazione la potenza di macchina dell’impianto stesso e non quella effettivamente irradiata sul territorio. Questo ha provocato uno squilibrio visibile a livello nazionale tra gli archivi delle ARPA sulla potenza nominale e quella effettivamente distribuita sul campo.

Per porre rimedio a ciò, è stato attivato un codice che si basa su due principi fondamentali: l’equa distribuzione e la potenza effettiva. In caso di necessità, gli operatori possono superare anche le richieste di emissione, senza mai oltrepassare il limite imposto, favorito anche da un progressivo snellimento della burocrazia.