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Indagine del Garante Privacy: il web scraping per addestrare l’IA sotto osservazione

Le misure di sicurezza adottate dai siti internet pubblici e privati per impedire la raccolta massiva di dati personali, utilizzati per addestrare gli algoritmi di intelligenza artificiale, sono sotto indagine dal Garante privacy. Un’indagine pioneristica con possibili gravissime ripercussioni su un mercato in rapida espansione.

La pratica del web scraping, cioè l’estrazione massiva di dati personali da siti internet pubblici e privati, è diventata un metodo comune per alimentare gli algoritmi di intelligenza artificiale (IA). Tuttavia, l’uso indiscriminato di queste tecniche sta suscitando preoccupazioni in merito alla privacy dei dati e alla sicurezza delle informazioni.

In questo contesto, il Garante privacy ha avviato un’indagine conoscitiva per verificare se e in che misura i siti web adottano misure concrete per impedire la raccolta massiva di dati personali. Si tratta di una mossa pioneristica che potrebbe avere ripercussioni significative su un settore in rapida crescita, aumentando la consapevolezza del problema e stimolando un dibattito di più ampio respiro sulla gestione e l’uso responsabile dei dati.

Lo scenario attuale vede una corsa al trattamento dei dati per addestrare gli algoritmi di intelligenza artificiale. Tuttavia, l’uso eccessivo di queste tecniche può comportare rischi significativi, tra cui la possibilità di abusi e il deterioramento della privacy. Infatti, se da un lato l’IA può offrire opportunità senza precedenti in termini di efficacia e precisione, dall’altro, il suo addestramento si basa su una quantità enorme di dati personali, il cui uso incontrollato può condurre a violazioni della privacy.

La sfida per le autorità di controllo, quindi, è riuscire a bilanciare l’esigenza di proteggere i diritti fondamentali degli individui con il desiderio di sostenere la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico. L’indagine del Garante privacy, dunque, rappresenta un passo importante in questa direzione, che speriamo possa contribuire a delineare regole chiare e condivise per un’innovazione responsabile.