Vai al contenuto

Il mining di Bitcoin tra dispendio energetico e problemi di salute: l’esempio di Granbury

Scopri come il mining di Bitcoin influisce sulla salute e genera controversie sull’uso delle risorse energetiche.

Il mining di Bitcoin è una pratica che suscita numerosi dibattiti, sia per l’ineguagliato dispendio energetico sia per le potenziali ripercussioni sulla salute umana. Quando grandi aziende si dedicano all’estrazione di criptomonete, l’utilizzo massiccio di energia elettrica diventa una questione centrale, soprattutto in assenza di strategie per sfruttare fonti rinnovabili. Questo problema non riguarda solo il Bitcoin, ma anche altre tecnologie emergenti come l’AI generativa, anche se i colossi della tecnologia come Amazon e Google dichiarano di utilizzare prevalentemente energia rinnovabile.

Un caso emblematico di questi problemi è rappresentato dalla cittadina di Granbury in Texas, dove la Marathon Digital Holdings ha avviato una mining farm di Bitcoin, causando non solo un elevato consumo di energia ma anche significative emissioni sonore. Sarah Rosenkranz, residente di Granbury, ha descritto la situazione come un “incubo” dovuto al costante rumore emesso dall’impianto. Registrando 72 decibel di notte, il rumore ha causato serie conseguenze sulla salute dei residenti: emicranie, vertigini, nausea e infezioni alle orecchie sono solo alcuni dei disturbi segnalati.

Le caratteristiche della farm di Bitcoin

La farm di Bitcoin di Granbury è costituita da ben 163 stanze che ospitano più di 30.000 computer in funzione 24 ore su 24. Per raffreddare questi dispositivi, vengono utilizzati migliaia di ventilatori che producono un ronzio costante, aggravato dall’accensione di ulteriori macchine. La Marathon Digital Holdings ha cercato di affrontare il problema annunciando l’intenzione di sostituire i ventilatori con sistemi di raffreddamento a immersione entro la fine del 2024.

Negli ultimi anni, il numero di strutture dedicate al mining di Bitcoin è cresciuto significativamente negli Stati Uniti, con almeno 137 server farm attualmente operative. Problemi di salute analoghi a quelli di Granbury sono stati riportati anche nei pressi di strutture in Arkansas e Dakota del Nord. Nonostante le proteste dei residenti, le grandi aziende del settore stanno tentando di ottenere l’approvazione di leggi che le esenterebbero dalle ordinanze locali sulla zonizzazione o sul rumore, aumentando il senso di impotenza tra chi subisce le conseguenze di queste attività.

Questi episodi sollevano importanti interrogativi sull’equilibrio tra progresso tecnologico e sostenibilità. Mentre le criptovalute rappresentano un’innovazione finanziaria significativa, è essenziale valutare attentamente il loro impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica. Il caso di Granbury potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio che richiede soluzioni responsabili e sostenibili.