Vai al contenuto

Guida alla Sicurezza con Azure Managed HSM

Esplora le caratteristiche avanzate di Azure Managed HSM per garantire il massimo controllo e la sicurezza dei dati nelle industrie regolamentate.

Azure Managed HSM rappresenta un baluardo di sicurezza per le aziende che operano in settori regolamentati, offrendo soluzioni avanzate nel controllo delle chiavi crittografiche. Questo dispositivo risponde agli standard di sicurezza FIPS 140 Level 3, assicurando l’esclusività del controllo operativo all’interno del magazzino delle chiavi senza alcun accesso da parte dei fornitori cloud, una misura preventiva contro le minacce interne. Con Azure Managed HSM, le organizzazioni possono ridurre la dipendenza dal fornitore cloud, migliorando la propria autonomia e postura di sicurezza.

Dentro il portafoglio di soluzioni per la gestione delle chiavi di Azure si trova una varietà di opzioni, inclusi modelli multi-tenant e single-tenant, riflettendo diversi livelli di compliance come FIPS 140-2 Livello 1, 2 e 3. In questo contesto, la possibilità di gestire autonomamente le chiavi e la radice della fiducia diventa essenziale per le aziende più esigenti in termini di sicurezza.

Con Azure Managed HSM, la proprietà e il controllo delle chiavi rimangono fermamente nelle mani dei clienti. Ad esempio, il dominio di sicurezza lega criptograficamente ogni HSM gestito alle chiavi radice di fiducia sotto il completo controllo del cliente; Microsoft non può in alcun modo accedere al materiale criptografico del cliente.

Il recupero dei disastri, un altro punto di eccellenza operativa, è garantito in scenari di perdita dati. Il tutto mentre l’HSM gestito offre funzionalità automatiche di alta disponibilità e la capacità di gestire scenari di disaster recovery tramite backup e ripristino multi-regione.

Attivare HSM prevede la creazione di chiavi RSA e il download della configurazione del dominio di sicurezza. Si procede con l’upload delle chiavi RSA e del file di configurazione in formato JSON per eseguire le operazioni necessarie.

Accesso e autorizzazione a un HSM gestito si controllano tramite due interfacce: il piano di gestione, per l’HSM stesso, e il piano dati, per lavorare coi dati immagazzinati. Si applicano due livelli di permessi: Azure RBAC per le operazioni su HSM e local RBAC per operazioni sulle singole chiavi.

La sezione di Networking per HSM offre l’opzione di connessioni “Allow All network” o “Private Endpoints con allow trusted services”. Come regola generale, si predilige sempre la connessione privata rispetto a quella pubblica.

La crittografia con managed HSM si basa sull’utilizzo di chiavi HSM per cifrare i dati su servizi Azure come Blob Storage, PostgreSQL, MySQL, e altro. Si potrebbero incontrare sfide, come l’impossibilità di accedere al piano dati di HSM una volta abilitato il private endpoint (PE), pertanto tutte le operazioni sulle chiavi sarebbero limitate dall’interfaccia portal/cli, inclusa la gestione local RBAC.

Infine, la resilienza viene garantita tramite funzionalità di disaster recovery che consentono la replica dei dati tra istanze primarie e secondarie di HSM e la facilità di backup e ripristino su diverse regioni. Tuttavia, si consiglia di schierare un’altra istanza di HSM anziché una replica per assicurare massime prestazioni anche in scenari di disaster recovery.

La sincronizzazione automatica delle chiavi tra HSM primari e secondari rappresenta un altro aspetto importante per la continuità operativa, risolvibile tramite script Bash personalizzati che utilizzano l’interfaccia a riga di comando di Azure.

La guida completa elabora dettagliatamente i punti chiave per l’implementazione di HSM in contesti aziendali altamente regolamentati. Per ulteriori dettagli sulle soluzioni HSM offerte da Azure, si consiglia di consultare la documentazione ufficiale.