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Flow Engineering: Rivoluzione nell’AI che Programma

Oggi l’AI si evolve: dalla semplice assistenza alla programmazione autonoma tramite Flow Engineering.

La programmazione assistita da intelligenza artificiale sta vivendo una rapida evoluzione che porta con sé nuove promesse e orizzonti per il mondo dello sviluppo software. Con l’ascesa di modelli di linguaggio avanzati, come ChatGPT, abbiamo assistito a una rilevante trasformazione nell’ambito del coding, che potrebbe essere riassunta con un termine emergente: Flow Engineering. Ma che cosa s’intende con questo termine e quali potenzialità offre?

Ad oggi, strumenti come GitHub Copilot, integrati nelle piattaforme di sviluppo, hanno dimostrato di poter incrementare notevolmente la produttività dei programmatori, alcuni dei quali segnalano un salto di efficienza fino al 45%. L’impatto è talmente significativo che ben il 77% degli utilizzatori non immagina di poter “fare marcia indietro”, rimarcando l’influenza di queste soluzioni nel workflow quotidiano. La funzione base di tali strumenti si basa su una forma avanzata di completamento automatico del codice, facilitando la scrittura e riducendo il tempo di realizzazione del software.

Tuttavia, è all’orizzonte un cambiamento ancora più radicale: alcuni pionieri nell’ambito della cyber security e dell’intelligenza artificiale stanno sperimentando metodologie dove la creazione del codice è affidata interamente all’AI. Questo processo innovativo, battezzato con il nome di AlphaCodium, è stata introdotta da Codium, una delle piattaforme leader nel settore dell’AI applicata alla programmazione.

L’essenza di questo approccio è rappresentata dalla completa delega alla generazione del codice a un modello AI, che va oltre il semplice supporto al programmatore, per entrare in una fase dove l’intelligenza artificiale potrebbe effettivamente sostituire alcune fasi dello sviluppo software. Questa prospettiva apre a quello che potrebbe essere definito come un flusso continuo di creazione del codice – o Flow Engineering – dove è l’AI a interpretare i requisiti, a pianificare e a scrivere il codice in modo autonomo, seguendo le indicazioni del suo umano supervisore.

È evidente che ci troviamo di fronte a un potenziale salto di qualità nell’approccio allo sviluppo di applicazioni, con ripercussioni che interessano la velocità di produzione, la qualità del codice e la possibilità di democratizzare ulteriormente la programmazione anche tra chi non ha competenze informatiche avanzate. Naturalmente, ci sono ancora molte questioni da affrontare, come la qualità del codice generato autonomamente, le implicazioni legate alla privacy dei dati trattati e la gestione degli errori che, se non sorvegliati, potrebbero insorgere in programma.

In conclusione, se questo spostamento dalla programmazione assistita alla programmazione autonoma diventasse la norma, il settore del software potrebbe trasformarsi profondamente. Con l’avanzare della tecnologia AI, continueremo a osservare nuovi strumenti e metodi che ridefiniscono i confini di ciò che è possibile, segnando un percorso innovativo e avvincente per i professionisti IT e per il panorama tecnologico nel suo complesso.