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Fibra e 5G: la sfida dell’UE per il 2030 e le lacune digitali italiane

L’UE fatica a raggiungere gli obiettivi digitali per il 2030. L’Italia evidenzia notevoli carenze in competenze digitali, AI e Cloud.

Il panorama digitale dell’Unione Europea, delineato nell’ultimo rapporto sul “Digital Decade”, non dipinge un quadro del tutto positivo riguardo alla trasformazione digitale prevista entro il 2030. Il rapporto segnala che, seguendo l’andamento attuale, l’UE non raggiungerà i suoi ambiziosi obiettivi di copertura ultrabroadband e digitalizzazione, così come delineato nel Digital Compass. Questa previsione non deriva da una mera mancanza di sforzo, ma da diverse criticità presenti nel percorso di trasformazione digitale degli Stati membri.

In particolare, il rapporto mette in luce significative carenze in diversi settori chiave:

  • Competenze digitali: Una parte considerevole della popolazione europea mancanza di competenze digitali di base.
  • Connettività di alta qualità: La copertura delle reti in fibra e del 5G di alta qualità è ancora insufficiente.
  • Adoption dell’intelligenza artificiale (AI) e Big Data: Molte aziende non utilizzano ancora queste tecnologie.
  • Produzione di semiconduttori: La capacità di produzione è inferiore alle necessità.
  • Sviluppo di ecosistemi di startup: Necessaria una maggiore incentivazione e supporto finanziario.

Una delle azioni prioritarie suggerite dal rapporto è il miglioramento della connettività. Attualmente, solo il 64% delle famiglie europee è raggiunto da reti in fibra, e il 5G copre appena il 50% del territorio con prestazioni spesso inadeguate. Per risolvere questo problema, la collaborazione tra Stati membri e Commissione Europea deve intensificarsi per creare un mercato unico digitale efficace.

La scarsa adozione dell’IA e altre tecnologie avanzate rappresenta un altro punto debole. Nel 2023, solo il 64% della popolazione utilizza il cloud, mentre il 50% sfrutta i big data e solo il 17% impiega l’intelligenza artificiale. L’UE punta a incentivare le PMI ad adottare queste tecnologie e ad aumentare gli investimenti nelle startup, essenziali per la competitività.

Inoltre, il rapporto evidenzia la portata limitata delle tecnologie digitali al di fuori delle grandi città, una sfida fondamentale per la trasformazione digitale dell’UE. Per affrontare questo divario, è necessario promuovere cooperazioni transfrontaliere e locali attraverso iniziative come hub europei di innovazione digitale e consorzi infrastrutturali.

Il quadro italiano

Nel contesto italiano, il “Digital Decade Report” del 2024 offre una panoramica di luci e ombre. Nonostante alcuni progressi, ci sono significativi gap digitali da colmare:

  • Infrastrutture Digitali: La copertura di Fiber to the Premises (FTTP) e delle Reti Fisse ad Alta Capacità (VHCN) si attesta al 53,7%, sotto la media UE, anche se con progressi apprezzabili. La copertura complessiva del 5G è invece soddisfacente con un 99,7%.
  • Competenze Digitali: Solo il 45,8% degli italiani possiede competenze digitali di base, contro una media europea del 55,6%.
  • e-Health: In questo ambito, l’Italia ha superato la media UE con un accesso ai record di e-health del 82,7 (media UE 79,1).
  • Intelligenza Artificiale: Solo il 5% delle imprese italiane utilizza l’AI, rispetto all’8% della media UE, e il numero di startup di successo rimane limitato.

L’Italia ha pianificato uno sforzo notevole per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale, con un budget complessivo superiore ai 32,5 miliardi di euro, mirato alla trasformazione digitale. Tuttavia, permangono preoccupazioni sulla gestione dei dati personali e sulla protezione dei minori negli ambienti digitali, con molti italiani che esprimono dubbi sulla sicurezza complessiva.

In sintesi, mentre l’UE e l’Italia lavorano per colmare queste lacune, la strada verso la piena realizzazione degli obiettivi digitali entro il 2030 appare in salita.