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Difese inattaccabili: Telegram risponde alle critiche sulla sua crittografia

Telegram risponde alle critiche sulla sua sicurezza dimostrando l’impegno nel proteggere gli utenti e assicurando la trasparenza dei suoi protocolli.

Successivamente alla pubblicazione dell’articolo “Il confronto tra giganti: Signal e Telegram in duello sui social network. Chi ha il messaggero più sicuro?” su RHC, un portavoce di Telegram ha preso la parola per esprimere la sua opinione. Remi Vaughn, rappresentante di Telegram Messenger, ha preso le difese dell’azienda riguardo alla sicurezza dei suoi protocolli di crittografia, contrariamente a quanto asserito da Meredith Whittaker nell’articolo di RHC.

Vaughn riporta che i protocolli di crittografia di Telegram sono completamente documentati e, inoltre, il codice delle app è open source, permettendo così a qualsiasi ricercatore di verificarne l’integrità. In attesa di un’ulteriore conferma circa la sicurezza del sistema, Vaughn ha portato alla luce uno studio dell’Università di Udine che convalida l’affidabilità della crittografia di Telegram.

Invitando alla correttezza nell’approccio alle questioni di sicurezza online, Vaughn insiste che Telegram non ha mai trovato alcun metodo per violare i suoi protocolli di crittografia. Sottolinea inoltre che le app di Telegram si basano anch’esse su protocolli di crittografia open source, palesando così l’impegno di Telegram per la trasparenza e la sicurezza. Questa dichiarazione di Telegram palesa la sua intenzione di assicurare la massima protezione agli utenti e eliminare eventuali dubbi sulla sicurezza della piattaforma.

La e-mail che Vaughn ha inviato alla redazione di RHC è la prova tangibile del serio impegno di Telegram nella protezione dei dati degli utenti.