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DarkGate: L’attacco malware via Google Ads

L’aumento della distribuzione di malware quale DarkGate evidenzia la vulnerabilità dei sistemi e l’abuso delle piattaforme pubblicitarie.

Recentemente è emerso come, nell’oscuro panorama delle minacce informatiche, il malware DarkGate abbia sfruttato lacune di sicurezza di Microsoft Windows per insinuarsi nei sistemi degli utenti, dimostrando una sofisticata strategia di ingegneria sociale che leva anche sulle piattaforme pubblicitarie come Google Ads.

L’astuzia degli aggressori nel campo della cyber security si è manifestata nel loro approccio all’uso di file PDF apparentemente innocui che conducevano, attraverso un intricato percorso di reindirizzamenti, a siti compromessi. Questi ultimi avevano come scopo quello di eludere le misure di sicurezza come il Windows SmartScreen, rendendo così possibile l’installazione del malware senza che gli utenti se ne rendessero conto.

Una vulnerabilità particolarmente critica, identificata come CVE-2024-21412 e poi CVE-2023-36025, ha permesso l’esecuzione di codice dannoso capace di mascherarsi da software legittimo, ad esempio mimando popolari applicazioni come iTunes. L’allerta lanciata dagli specialisti di TrendMicro evidenzia un sistema in cui perfino le forniture di aggiornamenti possono diventare veicoli di minacce informatiche se non vengono adottate misure preventive rapide ed efficaci. Inoltre, si evidenzia come queste vulnerabilità siano state utilizzate prima che venissero rilasciate le patch correttive.

Queste tecniche avanzate di disseminazione di malware evidenziano anche l’abuso di strumenti pubblicitari, come Google Ads, che gli aggressori utilizzano per raggiungere un numero maggiore di possibili vittime. Grazie ad annunci online mirati o mistificati, gli utenti possono essere indotti in errore e portati a scaricare involontariamente software dannosi.

Il panorama del cyber security in continua evoluzione impone alle organizzazioni e agli utenti di rimanere aggiornati sulle ultime minacce e di esercitare una costante vigilanza, evitando l’installazione di applicazioni da fonti dubbie e mantenendo i propri sistemi e software aggiornati con le ultime patch di sicurezza.

DarkGate rappresenta solo uno dei numerosi esempi di come i cybercriminali possano sfruttare le vulnerabilità dei sistemi e degli strumenti digitali, ma sottolinea, insieme al caso del gruppo Water Hydra e di TA544, quanto la prudenza e la prevenzione siano diventate parti integranti della difesa digitale.