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Controversia in UK sulla scansione dei passeggeri con l’AI di Amazon

Il software di Amazon utilizzato nelle stazioni ferroviarie del Regno Unito solleva forti preoccupazioni sulla privacy e la sorveglianza.

L’introduzione del software di Amazon per la scansione dei volti dei passeggeri nelle principali stazioni ferroviarie del Regno Unito, sotto la supervisione di Network Rail, ha causato un acceso dibattito. Questo sistema sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare la demografia, le emozioni e i comportamenti dei passeggeri, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la sicurezza rilevando intrusi, sovraffollamenti e potenziali attività criminali.

Tuttavia, dietro all’apparente intento di migliorare la sicurezza pubblica, si celano profonde preoccupazioni relative alla privacy e alla possibile manipolazione dei dati raccolti. Gli attivisti per la privacy temono che le informazioni possano essere utilizzate in modo inappropriato, per esempio per pubblicità mirata sui passeggeri in base al loro stato emotivo o altre caratteristiche personali. Di conseguenza, richiedono maggiore trasparenza su come questi dati vengono gestiti e utilizzati, per garantire che i diritti individuali siano protetti.

La sorveglianza automatizzata basata sull’intelligenza artificiale ha infatti alzato un polverone, mettendo in luce il conflitto tra innovazione tecnologica e il rispetto della privacy delle persone. Alcuni legislatori, come il congressista Ted Lieu, hanno richiesto una supervisione più rigorosa della tecnologia di riconoscimento facciale per assicurare un uso etico che conservi i valori democratici e non si presti ad abusi.

Gli esperti sottolineano che l’introduzione di sistemi di questo tipo non dovrebbe avvenire senza un quadro normativo chiaro e vincolante. Misure di regolamentazione e una maggiore trasparenza sono viste come passi necessari per prevenire lo sfruttamento indesiderato delle tecnologie di sorveglianza, garantendo allo stesso tempo la protezione dei diritti civili e la sicurezza pubblica.

Sul fronte opposto, il Giappone ha intrapreso una strada diversa, optando per una regolamentazione leggera dell’AI per attrarre investimenti nel settore. Tuttavia, questo approccio ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di un uso improprio delle tecnologie emergenti, spingendo anche in questo caso il dibattito verso una potenziale revisione normativa per trovare il giusto equilibrio tra innovazione e protezione dei diritti individuali.

Alla luce di questi esempi contrastanti, appare chiaro che stabilire linee guida chiare e operative per l’uso dell’intelligenza artificiale nella sorveglianza pubblica è non solo necessario, ma d’obbligo, per assicurare che il progresso tecnologico non venga realizzato a scapito delle libertà civili.