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Autenticazione Biometrica: il Futuro è nell’Aria

L’analisi del respiro come chiave d’accesso: sveliamo il potenziale di questa tecnologia emergente.

La ricerca scientifica non si ferma mai di stupirci, e oggi si affaccia sul panorama della biometria un nuovo protagonista: l’analisi del respiro. Immaginare di sbloccare dispositivi o accedere a servizi semplicemente attraverso il nostro respiro suona come fantascienza, ma è una realtà sempre più vicina grazie agli studi condotti da un’ecclettica squadra di ricercatori in Giappone. La loro ultima ricerca ha aperto la strada verso una forma d’identificazione personale così sofisticata che viene definita “impronta digitale chimica”.

Mentre i controlli da parte delle forze dell’ordine per rilevare la presenza di alcol nei conducenti tramite l’etilometro rappresentano una prima e rudimentale forma di analisi chimica del respiro, la nuova biometria dei profumi punta molto più in alto. Il concetto si basa sull’identificazione di un insieme di composti chimici presenti nell’aria espirata, che variano da individuo a individuo, così da generare un unico profilo distintivo per ogni persona.

Il processo si avvale di un analizzatore a 16 canali in grado di raccogliere dati complessi sulla concentrazione e decomposizione dei composti chimici nel tempo. Queste informazioni vengono poi inglobate e processate da algoritmi di apprendimento automatico, raffinando la capacità del sistema di identificare le persone fino a raggiungere una precisione sorprendente: una corretta identificazione si è verificata nel 97% dei casi testati.

L’affidabilità di questi sistemi è critica. Paragonata a tecnologie più note come gli scanner di impronte digitali, la biometria del sospiro potrebbe rivaleggiare in precisione, superando persino certe tecniche di riconoscimento facciale. Tuttavia, è cruciale valutare l’equilibrio tra i falsi negativi e i falsi positivi; la sicurezza di un sistema viene compromessa se autentica erroneamente un intruso o rifiuta l’accesso a un utente legittimo.

Al momento, i sistemi di autenticazione basati sul respiro richiedono apparecchiature sofisticate e costose, rendendo il loro utilizzo immediato poco praticabile. Il processo stesso di rilevazione richiede fino a 40 minuti, un intervallo troppo esteso per gli impieghi quotidiani. Tuttavia, la ricerca non si esaurisce con l’autenticazione: la tecnologia avrebbe applicazioni promettenti anche in campi diagnostici medici.

Guardando all’influenza dei profumi su un piano diverso, abbandoniamo l’autenticazione e ci tuffiamo nel mondo dei neuroprofumi — fragranze capaci di evocare risposte emotive misurabili. Qui, l’industria cosmetica è all’avanguardia, impiegando ricerche avanzate per sviluppare fragranze che provochino sensazioni di benessere nei consumatori. Grandi marchi come L’Oréal e Puig stanno utilizzando la neurotecnologia per abbinare profumi e emozioni, unendo bellezza e scienza in una simbiosi commerciale straordinariamente efficace.

Nonostante i passi da gigante compiuti, la biometria dei profumi e odori per autenticazione di dispositivi rimane un campo in cui tanto resta da esplorare. La ricerca procede, e siamo certi che, a tempo debito, vedremo l’analisi del respiro integrarsi nella nostra vita quotidiana, aprendoci porte letteralmente con un soffio.