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Attori di videogiochi a Hollywood in sciopero: le ragioni dietro la protesta

La crisi contrattuale ha spinto gli attori di videogiochi a scioperare per salvaguardare i propri diritti.

Il mondo dei videogiochi sta vivendo un momento di grande tensione, segnato dallo sciopero degli attori di voce e dei performer di motion capture di Hollywood. La protesta, indetta dal sindacato SAG-AFTRA, ha preso avvio il 26 luglio, a causa di un impasse nelle trattative contrattuali che hanno lasciato moltissimi lavoratori senza protezioni adeguate dall’uso sempre più diffuso della Intelligenza Artificiale.

Alla base di questa mobilitazione c’è una crescente preoccupazione tra i professionisti del settore per l’impatto che la tecnologia dell’AI potrebbe avere sulle loro carriere e sul compenso. L’accordo in essere sui media interattivi, scaduto nel novembre precedente, non ha portato a risultati positivi, lasciando i lavoratori in una situazione di incertezza e vulnerabilità.

Con l’avanzare della tecnologia, la possibilità di sostituire gli attori umani con soluzioni automatizzate è diventata una realtà inquietante. Le aziende, infatti, sono sempre più motivate a ridurre i costi di produzione e a massimizzare i profitti, facendosi sedurre dall’idea di utilizzare sistemi di AI per replicare le performance artistiche. Questo approccio, tuttavia, solleva interrogativi etici e ambientali riguardo alla nemesi occupazionale che l’AI potrebbe generare, mettendo a rischio non solo i posti di lavoro, ma anche l’autenticità del processo creativo nella produzione videoludica.

In questo contesto, il SAG-AFTRA ha avviato lo sciopero come strumento di pressione sulle case produttrici, chiedendo non solo una maggiore trasparenza sui compensi, ma anche garanzie di protezione dapprima contro l’uso delle tecnologie automatizzate. Gli attori vogliono evitare che le loro performance possano essere sfruttate senza un giusto compenso e senza il consenso esplicito. Il timore è che, attraverso l’uso dell’AI, le aziende possano registrare le voci e i movimenti degli attori e poi riprodurli senza mai incentivare ulteriormente i talenti coinvolti.

Le conseguenze di questo sciopero potrebbero estendersi oltre il settore videoludico e interessare le normative sulla privacy e sulla protezione dei diritti dei lavoratori. La battaglia per l’inclusione di clausole sui diritti relativi all’AI nei contratti dei performer potrebbe incentivare una revisione dei contratti standard di lavoro in molte altre industrie creative. Avviando un dialogo su queste problematiche, gli attori stanno lottando affinché le proprie voci, tanto artistiche quanto letterali, vengano rispettate e tutelate negli anni a venire.

In un mondo medico in continua evoluzione, dove la tecnologia sta permeando ogni aspetto della vita quotidiana, è essenziale che gli artisti siano in grado di difendere i propri diritti e la propria professione. Questo sciopero segnala non solo una battaglia per i diritti individuali, ma anche una volontà di valorizzare il contributo umano nel processo creativo di un medium che ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento.