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Attacco con deepfake vocale interferisce nelle elezioni

Una campagna di robocall che imita la voce di Biden ha destato preoccupazioni sulla sicurezza elettorale.

Recentemente, la voce artificiale del presidente Joe Biden ha sorpreso gli elettori del New Hampshire, rivelando una pensata operazione di disinformazione avvenuta in vista delle primarie dello stato. La fonte delle chiamate automatizzate, conosciute come robocall, è stata rintracciata fino a una società di telecomunicazioni basata in Texas di nome Life Corporation.

Uno degli aspetti peculiari di questo caso è l’utilizzo della cosiddetta tecnologia deepfake, che attraverso l’apprendimento automatico, o machine learning, ha permesso di emulare la voce del Presidente con insolita precisione. Questa sofisticata methodologia di intelligenza artificiale è stata usata per instillare falsi messaggi politici, mirati a scoraggiare la partecipazione al voto.

Nell’affrontare questo incidente, l’Ufficio dell’Attorney General del New Hampshire ha sottolineato l’importante collaborazione tra forze dell’ordine, agenzie di regolamentazione e il settore privato. Si è voluto inviare un chiaro segnale riguardo la vigilanza e il lavoro congiunto nella monitorizzazione e investigazione di possibili usi malevoli dell’AI che rischiano di minare la nostra procedura democratica.

La fiducia nel processo elettorale è essenziale e registrazioni generate artificialmente con l’intento di ingannare gli elettori possono avere un impatto devastante. L’espansione rapida della tecnologia AI preoccupa molti esperti in sicurezza elettorale, ponendo l’accento sulla minaccia che media sinteticamente generati possano essere usati per inondare gli elettori di disinformazione.

L’indagine è stata condotta dalla Election Law Unit del New Hampshire e dall’Anti-Robocall Multistate Litigation Task Force, un consorzio creato dalla Federal Communications Commission (FCC) e dagli ufficiali statali. Aziende specializzate nel blocco delle robocall, come YouMail e Nomorobo, insieme al gruppo Industry Traceback, hanno prestato assistenza tecnica alla tracciatura delle chiamate fino alla loro origine.

Le indagini hanno identificato Life Corporation e una persona di nome Walter Monk come gli artefici dietro a quest’operazione, e hanno scoperto che i servizi di voce venivano forniti dal provider Lingo Telecom. Quest’ultimo ha sospeso i suoi servizi a Life Corporation dopo essere stato informato dal ruolo che ha giocato nell’operazione di spoofing ai danni di Biden.

Sebbene sia stato ipotizzato che il deepfake audio di Biden sia stato creato usando strumenti sviluppati dall’AI startup ElevenLabs, le autorità del New Hampshire hanno dichiarato di non aver ancora confermato tale connessione.

L’Ufficio dell’Attorney General ha inoltre inviato una lettera di cessazione e desistenza a Life Corporation, ricordando le leggi statali che rendono illegale “impegnarsi nella soppressione degli elettori tentando consapevolmente di prevenire o scoraggiare un’altra persona dal votare o registrarsi per votare su basi fraudolente, ingannevoli, fuorvianti o spurie.” Sono state inviate anche notifiche di conservazione dei documenti e di citazione per i record sia a Life Corporation che a Lingo Telecom.

La storia di Life Corporation all’interno di investigazioni precedenti su robocall è stata evidenziata anche a livello federale. La società, infatti, è stata implicata in varie indagini relative alle chiamate automatizzate illegali.

L’episodio solleva ulteriori dubbi sulla capacità di monitorare efficacemente la proliferazione di tali tecnologie e sul rischio che possano essere sfruttate per influenzare il discorso pubblico e le elezioni. L’insidia di campagne di disinformazione aiutate da AI potenti è un tema di vitale importanza per la solidità delle istituzioni democratiche, e impone una riflessione immediata su come regolare e gestire tali tecnologie emergenti.