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Assalti DDoS di NoName057(16) in difesa degli agricoltori

Il collettivo NoName057(16) lancia offensiva DDoS contro enti italiani in segno di solidarietà verso gli agricoltori locali.

In una giornata all’insegna della tensione digitale, un gruppo di hacker denominato NoName057(16), noto per le sue posizioni filo-russe, è ritornato a far parlare di sé lanciando una serie di attacchi distribuiti di tipo Denial-of-Service (DDoS) contro vari bersagli italiani, a quanto pare in segno di protesta per sostenere le vertenze degli agricoltori del Belpaese.

Il primo blitz ha visto come vittime istituzioni di spicco quali l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Servizio telematico delle dogane, la Guardia di Finanza e la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). Non sono state risparmiate nemmeno due note istituzioni bancarie, nello specifico BPER e Credem Banca. Questo sviluppo insidioso riflette un nuovo capitolo nelle operazioni degli hacktivist, che hanno già segnato i loro obiettivi in nazioni come Ucraina, USA e altri contesti europei. Tradizionalmente, tali attacchi vengono perpetuati contro agenzie governative o società private, con effetti deleteri sulla loro operatività digitale.

Il comunicato diffuso dagli hacktivisti sui loro canali social comunica chiaramente le ragioni della loro ultima iniziativa, citando le difficoltà economiche degli agricoltori italiani, sofferenti per l’aumento dei prezzi dei carburanti e per la concorrenza di prodotti provenienti dall’Ucraina. Con un gesto di appoggio, gli hacktivisti invocano l’autonomia del governo italiano dalla politica economica di Bruxelles a favore dei produttori locali.

Ma cosa significa esattamente affrontare un attacco DDoS, e perché viene implementata la pratica del geolocking come misura di difesa? Gli assalti DDoS si attestano tra le più rilevanti minacce informatiche odierni, mirando al sovraccarico dei sistemi tramite un’ampiezza di traffico fittizio, che di fatto mette fuori gioco le risorse di server e reti. Il geolocking invece, impiega la tecnologia per contenere l’accesso a contenuti o servizi basandosi sulla posizione geografica dell’utente o del dispositivo, ponendo un argine potenziale all’espansione dell’attacco.

Definiti come movimenti di protesta nel cyberspazio, gli atti di hacktivismo cibernetico sfruttano le competenze tecniche per trasmettere un messaggio politico o sociale. Malgrado l’accezione positiva di alcune iniziative, l’ambiguità legale e le conseguenze delle loro azioni sollecitano un dibattito ancora aperto sull’efficacia e la legittimità di tali forme di protesta.

L’attacco DDoS è noto per i danni che può provocare: l’interruzione dell’accesso a servizi vitali, la perdita di dati e l’erosione della fiducia dei clienti sono solo alcuni degli impatti negativi. D’altro canto, metodologie come il “Slow HTTP Attack”, una specifica forma di assalto informatico che sfrutta debolezze nell’elaborazione delle richieste HTTP da parte dei server, attestano l’ingegnosità e la pericolosità di queste offensive nella dimensione digitale moderna.

Un’occhiata approfondita alle tecniche di difesa contro gli attacchi DDoS rivela l’importanza di strategie di mitigazione e resilienza, che passano dall’adozione di firewall, limitazione delle connessioni e soluzioni di protezione specializzate. La gravità delle azioni di NoName057(16) sottolinea ancora di più la necessità per aziende e enti di munirsi di protocolli di sicurezza avanzati e di monitoraggio continuo delle infrastrutture virtuali.