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AI Generativa: minaccia e opportunità per la cybersecurity secondo Piva

L’AI generativa rappresenta una sfida cruciale per la cybersecurity, con potenziali rischi e opportunità. Scopri di più secondo il Polimi.

In un’epoca dove la cybersecurity assume un ruolo sempre più centrale, l’intelligenza artificiale generativa sta emergendo come una questione rilevante e controversa. Secondo Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection e dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, questa tecnologia può rappresentare sia una minaccia che un’opportunità per la sicurezza informatica.

Piva sottolinea come l’AI generativa potrebbe amplificare le minacce informatiche esistenti. La creazione di contenuti convincenti da parte di programmi AI rende più facili e sofisticati gli attacchi come il phishing o i messaggi fraudolenti sui social media. Tuttavia, la stessa tecnologia può essere utilizzata per migliorare le difese aziendali, analizzando traiettorie di traffico di rete e individuando comportamenti anomali.

Un’indagine condotta da Bitdefender e Censuswide su un campione di professionisti IT in vari paesi, compresa l’Italia, ha rivelato che il 96% degli intervistati vede l’AI generativa come una potenziale minaccia. La generazione di deepfake è identificata come una delle problematiche più significative, con il 32% degli intervistati che lo ritiene un problema di primo piano. Nonostante questa percezione negativa, il 76% degli italiani crede di saper riconoscere un attacco deepfake, evidenziando forse una fiducia eccessiva.

La ricerca di Bitdefender evidenzia anche un incremento delle violazioni di dati rispetto all’anno precedente, con il 57% degli intervistati che ha subito una violazione negli ultimi 12 mesi. Questo fenomeno appare più accentuato nel Regno Unito e meno in Singapore dove il 33% dichiara di non aver subito violazioni. Interessante il dato che evidenzia come il 64% dei professionisti IT italiani stia pensando di cambiare lavoro a causa della pesantezza dei compiti di sicurezza, confermando un trend globale di aumento delle dimissioni nel settore.

Un altro punto critico sollevato dai professionisti riguarda la gestione delle identità e degli accessi negli ambienti cloud. Il 38% degli intervistati, a livello globale e italiano, riconosce questo come il problema principale. La conformità alla normativa cloud e il rischio di errori di configurazione sono altre problematiche molto sentite. Solo il 44% degli intervistati, inclusi quelli italiani, conduce valutazioni regolari del rischio della loro infrastruttura cloud.

Le principali minacce individuate sono il phishing e l’ingegneria sociale, considerati pericolosi quanto le vulnerabilità software. L’influenza dell’AI generativa sulle minacce informatiche emerge al terzo posto, seguita dal ransomware e dalle minacce interne. La crescente sofisticazione degli attacchi di phishing, correlata all’AI, è peraltro riconosciuta dal 74% degli intervistati.

In termini di continuità operativa, molte aziende stanno prendendo in considerazione l’adozione di servizi di rilevamento e risposta gestiti (MDR) per garantire una copertura di sicurezza continua. Oltre il 93% dei partecipanti, e l’87% degli italiani, prevede di aumentare gli investimenti in misure proattive di cybersecurity.

Piva conclude che la chiave per fronteggiare efficacemente le sfide della cybersecurity nell’era dell’AI generativa risiede nella sensibilizzazione e formazione degli individui. Solo così sarà possibile distinguere tra comunicazioni legittime e attacchi, proteggendo le reti e i dati aziendali.

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