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AI e Sostenibilità: Data Center richiederanno 90 trilioni di wattora entro il 2026

Entro il 2026, i data center dedicati all’intelligenza artificiale richiederanno un enorme aumento del consumo energetico globale, portando con sé notevoli implicazioni ambientali.

L’intelligenza artificiale (AI) promette di rivoluzionare ogni aspetto della nostra società, ma comporta un crescente rischio ambientale legato all’enorme richiesta energetica dei data center necessari per supportarla. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, entro il 2026, i data center dedicati all’AI richiederanno 90 trilioni di wattora di elettricità a livello globale, un volume di energia oltre dieci volte superiore a quello utilizzato nel 2022.

Questa espansione esponenziale dei modelli di AI sta aggravando il consumo di energia e le emissioni di carbonio, contribuendo notevolmente ai cambiamenti climatici estremi. Fenomeni come incendi, alluvioni e eventi meteorologici violenti stanno diventando sempre più frequenti e intensi. Sebbene le query su servizi di AI come ChatGPT possano sembrare leggere dal punto di vista energetico, in realtà, ogni ricerca consuma molta più elettricità rispetto a una normale ricerca su Google. Inoltre, generare immagini tramite AI rappresenta una sfida significativa: un singolo risultato può consumare energia pari a 522 ricariche di smartphone.

Di fronte a questi crescenti costi climatici, molti esperti richiedono maggiore attenzione alle conseguenze ambientali dell’AI, spesso messe in secondo piano rispetto a preoccupazioni come la violazione del copyright e la perdita di posti di lavoro. Per mitigare l’impatto, alcune delle principali aziende tecnologiche stanno investendo in fonti di energia rinnovabile e sviluppando chip più efficienti dal punto di vista energetico.

Tuttavia, le normative globali sono ancora insufficienti. Specialmente in Asia, le leggi che regolamentano l’uso di energia e acqua o che limitano le emissioni di carbonio dei data center sono poche e frammentarie. Gli esperti suggeriscono che l’industria dovrebbe focalizzarsi su modelli di AI più piccoli e più efficienti che non necessitino di calcoli su cloud, riducendo così il consumo energetico complessivo. Questa transizione potrebbe diminuire l’impatto ambientale senza rallentare l’innovazione tecnologica.

La connessione tra l’aumento della potenza di calcolo necessaria per l’AI e la sostenibilità è chiara, e la soluzione richiede un approccio olistico. Non si tratta solo di innovazione tecnologica, ma di promuovere normative efficaci e incentivi che favoriscano l’efficienza energetica. Nell’era digitale, la sfida più grande sarà bilanciare i benefici dell’AI con la necessità di proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.

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