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Accuse alla NSA: Vendite illecite di dati personali

Il senatore Wyden punta il dito contro la NSA per acquisti illeciti di dati degli americani, sollevando preoccupazioni sulla privacy.

Il dibattito sulla privacy e la protezione dei dati personali negli Stati Uniti ha assunto connotazioni sempre più incendiare da quando il senatore statunitense Ron Wyden, noto per il suo impegno nel difendere la privacy dei cittadini, ha acceso i riflettori su pratiche poco trasparenti da parte della National Security Agency (NSA). È stato riferito che l’agenzia di spionaggio avrebbe acquisito dati personali di cittadini americani attraverso modalità non lecite, ponendo interrogativi etici e legali di fondamentale importanza.

Wyden ha sollevato la questione dell’aquisizione di informazioni private che sono in grado di svelare le abitudini online dei singoli utenti, quali siti internet siano frequentati e l’utilizzo di specifiche applicazioni. Il senatore ha fortemente sollecitato l’amministrazione corrente a fermare l’acquisizione di questi dati personali se ottenuti senza permesso legittimo dai cosiddetti “data broker”.

La recente direttiva emanata dalla Federal Trade Commission (FTC) stabilisce che i data broker devono conseguire il consenso informato prima di poter vendere dati appartenenti a cittadini statunitensi. Wyden ha espresso con veemenza la sua posizione attraverso una lettera indirizzata ad Avril Haines, Direttore dell’Intelligence Nazionale, rimarcando che è immorale e illegale per il governo finanziare operazioni che violano la privacy dei propri cittadini.

Questa battaglia di Wyden contro la violazione del Quarto Emendamento, che protegge i cittadini da ricerche e sequestri irragionevoli, è in corso da quasi tre anni. La sua tenacia ha portato alla luce pratiche poco conosciute, come quella della Defense Intelligence Agency che, come riportato dal senatore, utilizzava dati di localizzazione ottenuti dai telefoni dei cittadini senza il loro consenso.

Wyden ha evidenziato che molti americani non sono consapevoli che i loro dati vengano venduti in maniera così occulta e senza il loro consenso informato. Il senatore, con la sua indagine sul settore dei broker di dati durata sette anni, afferma di non essere a conoscenza di alcuna azienda che fornisca questo tipo di informativa agli utenti.

La richiesta finale di Wyden è dunque chiara e decisa: un ordine alle agenzie di intelligence statunitensi di cessare l’acquisto di dati privati ottenuti in maniera inappropriata, in violazione dei nuovi standard imposti dalla FTC. L’intento è di garantire che qualsiasi pratica di questo tipo avvenga solo in presenza di consenso esplicito, così come richiesto dalle norme che regolano la vendita di dati sensibili.

Le agenzie di intelligence dovrebbero pertanto, secondo Wyden, compiere un’accurata revisione dei dati privati acquisiti, verificarne la legittimità in base agli standard FTC e, in caso di inadempienza, procedere con la cancellazione dei dati illecitamente ottenuti.

Questa vicenda, e le continue rivelazioni che emergono, mostrano quanto sia critico il dialogo sulla privacy e la protezione dei dati personali in un’era digitale dove le informazioni diventano sempre più una valuta corrente.