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Tra ingiustizie e violazioni umane: aumento esponenziale delle esecuzioni in Iran

Durante il 2023 in Iran si è registrato un allarmante aumento delle esecuzioni capitali, apice dell’escalation di violenze e repressioni inflitte dal governo.

Il 2023 è stato un anno oscuro per i diritti umani in Iran, contrassegnato da una valanga di esecuzioni capitali senza precedenti. Le carceri iraniane, infatti, si sono trasformate in veri e propri “epicentri di sterminio di massa”. I dati emersi sono allarmanti: 853 esecuzioni capitali solo nell’anno 2023, risultando così un incremento del 48% rispetto all’anno precedente e un preoccupante 172% se comparato al 2021. Questi non sono dati approssimati ma cifre ufficiali, riportate da documenti legali e dichiarazioni ufficiali, come quelle raccolte da Amnesty International.

Nonostante l’Iran abbia sottoscritto la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei minorenni, che sancisce l’impiego della detenzione per i minori come ultima soluzione e per il minor tempo possibile, il 2023 ha visto la morte di 109 minori giustiziati. Tra le mura delle prigioni iraniane, al momento, vi sono 80 minori rinchiusi nel braccio della morte.

Ma che cosa ha scatenato questa ondata di condanne capitali, specie nei confronti dei minorenni? Tutto sembra sia iniziato con i tumulti che si sono sprigionati in Iran in seguito all’assassinio della ventiduenne Mahsa Amini, martoriata a morte dalla polizia morale di Teheran per aver indossato in modo “indecoroso” l’hijab, il velo islamico. Le manifestazioni indignate scaturite in seguito a questo tragico evento hanno portato all’arresto di centinaia di studenti iraniani, oltre a numerosi difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici.

Le repressioni iraniane non risparmiano neanche i luoghi simbolo dell’educazione e del pensiero libero: le scuole. In particolare quelle femminili. Dal novembre 2022, infatti, si sono verificati innumerevoli atti di avvelenamento di studentesse, con un totale di 300 attacchi tramite gas nervini in più di 100 istituti femminili sparsi in tutto l’Iran. Questi avvelenamenti hanno portato alla morte per asfissia di 69 alunne e a sintomi da avvelenamento per altre 13mila.

Di fronte a tale quadro desolante, il Parlamento europeo non è rimasto inerme. Il 16 marzo del 2023 ha emesso una risoluzione sull’Iran, proponendo l’inserimento del corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, i pasdaran, nel registro delle organizzazioni terroristiche. La proposta ha ricevuto l’approvazione di 598 voti favorevoli.