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Servizi Satellitari Commerciali: un’innovazione entro il 2025

La start-up “Blue Skies Space” ha ottenuto un finanziamento per realizzare la prima flotta di satelliti commerciali per la ricerca, promettendo un servizio satellitare “space-as-a-service” entro il 2025.

In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica a volte sembra avere limiti, c’è chi insegue sogni che quasi toccano l’incredibile. È il caso dell’approccio innovativo al settore spaziale di Blue Skies Space, una start-up londinese che si è guadagnata un finanziamento di oltre due milioni di sterline al fine di realizzare un ambizioso progetto: la messa in orbita della prima flotta di satelliti commerciali destinati alla ricerca.

Il traguardo previsto è per l’anno 2025 e l’intenzione è quella di rivoluzionare l’approccio alla ricerca spaziale. In quest’ottica, la start-up prevede di mettere a disposizione data acquisiti dai satelliti riguardanti pianeti, stelle e altri campi scientifici, offrendoli alla comunità scientifica mondiale attraverso abbonamenti annuali. A raccogliere i frutti di questa rivoluzione sarà, senza dubbio, l’innovazione.

Il servizio offerto da Blue Skies Space rappresenta una vera e propria rivoluzione soprattutto per ricercatori e università, che potranno accedere a informazioni provenienti direttamente dallo spazio, superando i vincoli e le limitazioni imposte da agenzie spaziali come la NASA e l’ESA.

Tale iniziativa anticipa quello che potrebbe essere un futuro modello di business nel settore spaziale, il “space-as-a-service”. Questo sistema prevede la vendita di dati acquisiti dallo spazio a enti di ricerca, università e organizzazioni, facilitando e semplificando la condivisione di tali informazioni.

Il primo tassello di questo audace progetto è un piccolo satellite denominato “Mauve”. Questo mezzo ha il compito di monitorare l’attività delle stelle vicine, per individuare l’effetto dei brillamenti stellari sugli esopianeti e per capire le possibilità di vita. Il lancio di Mauve rappresenta il punto di partenza per la realizzazione di una flotta di satelliti, che avrà l’obiettivo di arricchire e integrare il lavoro dei ricercatori spaziali.

Al progetto hanno finora aderito diverse istituzioni di undici nazioni, comprese l’Università di Cardiff, l’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone e molti specialisti che provengono da organizzazioni prestigiose come Nasa, Airbus, Surrey Satellite Technology, California Institute of Technology (Caltech) e University College London (Ucl).