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Regolamentazione IA: l’Europa guida il cambiamento

L’approvazione dell’AI Act dal Parlamento Europeo apre un nuovo capitolo nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

La regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale rappresenta una delle sfide legislative più significative del nostro tempo. Il recente assenso dell’Europarlamento all’AI Act segna una pietra miliare nel campo della regolamentazione IA, delineando un futuro in cui l’umanità guida lo sviluppo tecnologico.

Dragos Tudorache, co-leader dei negoziati del Parlamento, esprime chiaramente la direzione intrapresa: l’IA deve essere uno strumento al servizio dell’essere umano, capace di stimolare la crescita e il progresso. Questo voto, avvenuto dopo un cammino legislativo quinquennale, introduce il primo corpus completo di norme a livello mondiale in materia di IA.

Come funziona l’AI Act?

L’AI Act adotta un “approccio basato sul rischio”, differenziando l’impiego dell’intelligenza artificiale in base al grado di pericolosità. Una grande parte delle applicazioni IA – come i filtri antispam o i sistemi di raccomandazione – sono di basso rischio. Per tali sistemi è possibile seguire code di condotta e standard volontari.

Al contrario, gli usi ad alto rischio – impiegati in ambiti come quello medico o nelle infrastrutture critiche – sono soggetti a regole più stringenti, inclusa l’obbligatorietà di utilizzo di dati ad alta qualità e la chiara informazione verso gli utenti.

L’AI Act estende la propria valenza anche verso l’intelligenza artificiale generativa, ossia quei modelli che sottendono a sistemi capaci di creare contenuti unici. Sam Altman di OpenAI, ha manifestato preoccupazione sull’eventuale difficoltà di adeguarsi alle regole dell’AI Act, sebbene non vi siano piani concreti di ritirata da parte di OpenAI dall’Europa.

Utilizzi proibiti e sanzioni

Alcuni utilizzi della tecnologia sono ritenuti inaccettabili e quindi proibiti, quali il social scoring, la polizia predittiva e il riconoscimento delle emozioni in contesti sensibili. La polizia, inoltre, potrà fare uso della scansione biometrica remota solo in casi di particolare gravità.

Le infrazioni al regolamento potranno comportare sanzioni fino a 35 milioni di euro o equivalenti al 7% del fatturato globale.

Un modello globale di regolamentazione

Con il suo approccio proattivo, la Unione Europea si pone come esempio per il mondo, influenzando la regolamentazione IA a livello globale. Iniziative parallele provengono dal presidente statunitense Joe Biden e dal presidente cinese Xi Jinping, che mostrano come la questione sia sentita su scala internazionale.

La legge sull’intelligenza artificiale prevede di divenire operativa entro la metà del prossimo anno, con l’implementazione progressiva delle diverse disposizioni. Ogni paese membro sarà responsabile dell’istituzione di un organismo di controllo IA, affiancato da un ufficio IA a livello europeo per la vigilanza dei sistemi di uso generale.

Il voto dell’Europarlamento è solo l’inizio di un più ampio processo legislativo che vedrà l’intelligenza artificiale al centro di ulteriori sviluppi. Brando Benifei, co-responsabile dei lavori del Parlamento sull’AI Act, suggerisce che una legislazione aggiuntiva potrebbe essere prevista in seguito, incluso il quadro normativo sull’intelligenza artificiale sul posto di lavoro.