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Regolamentazione AI in UE, il cammino intricato verso l’approvazione

La corsa contro il tempo per analizzare il complesso AI Act UE e l’influenza francese sulla sua attuazione.

Il Regolamento sull’Intelligenza Artificiale dell’Unione Europea (AI Act) è giunto ad una fase critica del suo percorso normativo, con una mole considerevole di contingenze e pressioni politiche che rischiano di incidere profondamente sul processo decisionale. Con un testo esteso di 892 pagine da consultare, le delegazioni nazionali degli Stati membri devono adoperarsi intensamente per cogliere ed esaminare gli articoli salienti di un documento negoziato con fervore nel Trilogo di dicembre che preludeva ad un consenso politico.

La finestra temporale per l’analisi è angusta, e le circostanze impongono al Gruppo di lavoro Telecom del Consiglio dell’UE e a COREPER, l’organo di rappresentanza permanente degli Stati membri, di pronunciarsi entro date stringenti. La posta in gioco per i membri è elevata, in quanto le decisioni prese ora potranno configurare l’infrastruttura regolamentare dell’intelligenza artificiale per gli anni a venire.

Fuori dall’ufficialità di testate giornalistiche, è stato il giornalista Luca Bertuzzi a rivelare il documento, optando per una condivisione diretta attraverso un cloud, sottolineando l’esiguità del tempo concesso per una valutazione accurata e l’immediata necessità di concentrarsi su nodi cruciali del Regolamento.

La Francia, protagonista attiva nella partita diplomatica, continua a cercare alleati per formare un fronte in grado di influenzare la stesura finale del testo. Il presidente Emmanuel Macron ha espresso riluttanza verso l’attuale bozza, paventando il rischio che regole stringenti possano diventare un ostacolo all’innovazione tecnologica.

La presidenza belga del Consiglio dell’UE sta assumendo un approccio rigido e non negoziabile in questa fase avanzata, appellandosi a un verdetto semplice e inequivocabile da parte degli Stati: un sì o un no netto che non lasci spazio a commenti o riserve. Parigi, di contro, ha finora mancato di raccogliere il supporto necessario per stabilire una minoranza di blocco, ma gli sviluppi risultano incerti e suscettibili ai feedback tecnici delle diverse nazioni.

Nel caso la Francia non riuscisse ad ottenere concessioni nel breve termine, persisterebbe la probabilità che essa eserciti pressioni nelle fasi successive, mirando a plasmare l’attuazione dell’AI Act, in particolare sul diritto derivato, aspetto significativo considerato il dossier come una massima priorità nazionale.

Quato è acceso il dibattito sull’AI Act, tanto è acceso l’interesse al suo contenuto: il draft del regolamento è disponibile per il download, offrendo agli addetti ai lavori e ai cittadini interessati l’opportunità di accedere al documento che promette di modellare il viso normativo dell’intelligenza artificiale in Europa per il futuro prossimo.