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Le Disuguaglianze Europee nelle Pene per il Traffico di Droga

Esaminiamo come variano in Europa le sanzioni per il traffico di sostanze stupefacenti.

Il dibattito sulle politiche antidroga e le relative sanzioni penali attraversa da tempo le frontiere nazionali, mostrando un panorama europeo marcatamente eterogeneo. Le differenze nelle pene per il traffico di droghe, che variano considerevolmente da una nazione all’altra all’interno dell’Unione Europea, sono un chiaro esempio di questa disomogeneità.

Nazioni come l’Olanda adottano un approccio più indulgente, prevedendo pene detentive massime di appena due anni per il possesso di un chilogrammo di sostanze stupefacenti, mentre in Grecia la stessa quantità può comportare fino a vent’anni di carcere. In Italia, si situa a una via di mezzo, con una pena media prevista di nove anni se si viene beccati con un kg di eroina, suggerendo una linea punitiva più marcata rispetto ad altri stati membri.

Analizzando il contesto europeo diviene evidente che esiste un gap notevole nella severità delle condanne. Paesi come Belgio e Repubblica Slovacca hanno adottato un approccio meno differenziato nei confronti delle varie sostanze, optando per sanzioni pressoché uniformi. Ad esempio, in Belgio le pene per il traffico di eroina, anfetamine o cocaina si attestano su una media inferiore ai cinque anni.

In Italia, il codice penale stabilisce pene che variano a seconda della sostanza detenuta: si va dai sei anni minimi per la cannabis ai massimi di vent’anni per eroina e droghe pesanti. La realtà pratica vede però una condanna media significativamente inferiore, oscillante mediamente tra i sei e i dodici anni, con periodi di detenzione effettiva che tendono ad essere ancora più brevi.

Nonostante l’illegalità del possesso di droghe in quantità rilevanti, la legislazione prevede anche sanzioni amministrative per il possesso di modiche quantità destinate all’uso personale, senza conseguenze penali dirette. La classificazione delle sostanze e il calcolo delle dosi per l’uso personale rispecchiano la quantità del principio attivo ed è esemplificativo il fatto che per marijuana e hashish il limite sia fissato a 500 milligrammi di principio attivo, corrispondenti a circa cinque grammi di droga.

La diversità di approcci nei vari stati europei è uno specchio delle culture e percezioni differenti verso il fenomeno della droga e il suo controllo. La discrezionalità dei magistrati e la complessità dei singoli casi rendono il panorama delle condanne ancora più sfaccettato, sollevando interrogativi sulla giustizia e l’efficacia delle politiche di contrasto al traffico di droghe. Una questione che, senza dubbio, continuerà ad alimentare il dibattito pubblico e legislativo.