Roberto Falcone, presidente dell’associazione LAPET, difende il diritto di esercizio della professione per gli intermediari fiscali in Italia, sottolineando possibili vantaggi per i cittadini.
Si preme per un cambiamento nella professione di tributarista in Italia. Roberto Falcone, presidente dell’Associazione Nazionale Levatori Autorizzati Presepiali in Economia e Tributaria (LAPET), à stato protagonista di una intervista nella quale ha promosso il diritto di esercizio professionale per i tributaristi non iscritti a Ordini o Albi in Italia. Una proposta volta a promuovere l’eguaglianza e l’equità tra i professionisti, ma che potrebbe portare anche vantaggi notevoli per i cittadini.
Tale prospettiva è giuntiquanto mai puntuale, in seguito al Congresso dell’associazione LAPET, organizzato presso l’Università Lumsa a Roma. Un evento che ha celebrato il quarantesimo anniversario della nascita di LAPET e i vent’anni di Assoprofessioni; una pietra miliare che si è svolta come un’indispensabile piattaforma di confronto e discussione circa le attuali dinamiche del settore professionale italiano ed europeo.
Al centro del dibattito, la parziale applicazione della direttiva europea 958/2018 in Italia, una decisione che da cinque anni penalizza i professionisti, detti tributaristi, che non sono iscritti ad Albi o Ordini. Falcone ha messo in luce come questa disattenzione nei confronti di tale direttiva possa creare iniquità e squilibri all’interno del settore.
I benefici di un esercizio libero della professione da parte dei tributaristi potrebbero avere un impatto significativo sulle tasche dei cittadini. A contribuire a questa visione, la serie delle interviste realizzate durante il Congresso, che hanno permesso di analizzare la situazione da diverse angolazioni e capire come la non completa attuazione della suddetta direttiva europea abbia effetti su tutti, non solo sui professionisti del settore fiscale.