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L’Act europeo sui dati: un nuovo equilibrio digitale

Scopriamo come l’European Data Act definisca un nuovo scenario in cui dati e privacy si incontrano con innovazione e sovranità digitale.

Il flusso incessante e massiccio di dati rappresenta oggi uno dei pilastri fondanti dell’economia moderna, una risorsa cruciale paragonabile ai combustibili fossili del XX secolo. L’atto normativo noto come European Data Act (EDA) è il recente capitolo della narrativa europea volto a ridefinire l’equilibrio tra la protezione dei dati personali, la sovranità digitale e l’innovazione nel vecchio continente.

Margrethe Vestager, figura chiave della Commissione Europea, evidenzia il duplice scopo dell’EDA: proteggere la privacy e i diritti degli utenti, ma anche stimolare una concorrenza leale e dinamica nel mercato dei dati. In quest’ottica, il regolamento si configura come un percorso verso la trasparenza e la comprensione di chi può trarre valore dai dati e come.

Sul versante della sovranità dei dati, l’EDA rappresenta un’ancora normativa in risposta alle mutevoli dinamiche globali. Esperti come Raquel Jorge Ricart sottolineano l’emergere di due fronti nel contesto geopolitico attuale: la raccolta dei dati e il loro utilizzo, che influenzano la cooperazione tra paesi e la formulazione di accordi internazionali sui flussi di dati.

Questa legge non solo mira alla creazione di un mercato unico dei dati aperto e competitivo ma alza il sipario sul cosiddetto Effect Brussels: un tentativo europeo di definire standard digitali influenzando altre potenze mondiali. A garanzia di ciò, l’EDA inibisce il trasferimento illecito di informazioni da e verso paesi terzi, rafforzando il trattamento dei dati in un contesto di maggiore sicurezza.

Al contempo, l’EDA si inscrive in un panorama di alleanze strategiche come il Quadrilateral Security Dialogue che cerca di armonizzare le posizioni su temi come la sicurezza marittima, l’uso pacifico dello spazio e la resilienza delle tecnologie critiche. Stefano da Empoli, presidente di I-Com, sottolinea l’esigenza di una diplomazia dei dati per stringere accordi con paesi aventi visioni simili, essenziali per la gestione e la condivisione dei dati su scala globale.

L’implicazione per l’Unione Europea è chiara: l’EDA serve da catalizzatore per plasmare regimi normativi internazionali, influenzando anche i rapporti con potenze esterne come gli Stati Uniti e la Cina, che dominano il mercato dei dati. La sfida per l’Europa sarà quindi quella di equiparare il proprio valore digitale rispetto a queste superpotenze, potenziando sia il mercato interno che l’ingaggio internazionale.

Nel contesto in cui l’Europa mira a rafforzare la propria posizione economica e politica nell’arena digitale, l’European Data Act si pone come un solido fondamento legislativo atto a governare con equilità e lungimiranza il vasto universo dei dati. Dovrebbe diventare pienamente operativo nel settembre 2025, offrendo alle imprese e ai cittadini europei una portata considerevole di vantaggi competitivi e protettivi.