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La scelta di non diventare madri: il panorama italiano nel 21° secolo

Una panoramica sulla rinuncia alla maternità in Italia: il 21% delle donne decide di non avere figli. Scopriamo quali sono le ragioni dietro questa scelta di vita.

In un’epoca caratterizzata da valori e priorità in continua evoluzione, molti aspetti della vita vengono messi in discussione e reinventati; uno di questi è il concetto di famiglia. In particolare, si può riscontrare una tendenza alla rinuncia volontaria alla maternità, scenario che potrebbe veder nelle “coppie no kids” (cioè coppie senza figli per scelta), il modello di famiglia maggiormente diffuso in Italia entro una generazione.

Il calo delle nascite nel nostro Paese prosegue senza interruzione dal 2008: si è passati da 577mila nascite nel 2008 a 379mila nel 2023, un decremento del 34,3%. Non solo, il fenomeno della rinuncia alla genitorialità riguarda anche i neonati di cittadinanza straniera. Si stima che nel 2045 le famiglie senza figli saranno più numerose di quelle con figli.

Attualmente, le famiglie con figli rappresentano 8,3 milioni del totale: una cifra destinata a scendere a 6,4 milioni entro vent’anni. Il modello di famiglia più diffuso è costituito da persone single, con le famiglie con almeno un figlio al secondo posto.

Il 21% delle donne tra i 18 e i 34 anni evidenzia di “non voler avere figli nella vita”, decisione che non sembra riguardare l’instabilità economica, ma piuttosto una scelta di vita che non prevede la genitorialità. Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Toniolo, è possibile che quasi una donna su due rinunci alla maternità.

Ma quali sono le ragioni dietro questa scelta? L’insicurezza, soprattutto di natura economica, sembra giocare un ruolo significativo. Oltre il 43% degli under 35 percepisce uno stipendio mensile inferiore ai 1.000 euro, ritardando l’indipendenza abitativa rispetto alla media europea. A queste incertezze si aggiungono questioni di genere, come la difficoltà di conciliare carriera e famiglia, che porta 1 donna su 5 a lasciare il lavoro dopo il parto, e tematiche più ampie come il cambiamento climatico e le tensioni geopolitiche.

Il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione influiscono negativamente sul “tasso standardizzato di pensionamento”, rivelando un preoccupante scenario futuro: entro pochi decenni potrebbero esserci più pensionati che lavoratori. È necessario quindi prestare attenzione ai cambiamenti demografici e alle loro implicazioni sulla società per garantire una sostenibilità futura.