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La Pratica della Maternità Surrogata: Numeri e Controversie

L’articolo esplora la pratica della maternità surrogata, fornendo dati e sottolineando le controversie etiche e legali ad essa associate.

La maternità surrogata, conosciuta anche come gestazione per altri (GPA), è un argomento di dibattito in molte società contemporanee. Mentre alcuni vedono in essa un mezzo per esercitare il diritto alla genitorialità, altri ne discutono la liceità, in nome dell’etica e della protezione dei diritti delle donne. In questo contesto, possiamo dirci che la pratica della maternità surrogata sia innegabilmente complessa, costellata di normative divergenti nei vari Stati e punteggiata da numerose controversie.

L’argomento è inoltre ampliato dal Papa Francesco, che, nonostante la sua nota apertura verso la comunità LGBT, mantiene un’opposizione flessibile nei confronti della maternità surrogata. A suo avviso, pagare per “affittare” un utero è una pratica da ripudiare. In un documento del 2024, intitolato Dignitas infinita, la Chiesa invita la Comunità internazionale a vietare la maternità surrogata a livello mondiale, affermando che i bambini non possono essere considerati merce e, pertanto, non possono essere oggetto di contratto.

Tuttavia, numeri alla mano, negli Stati Uniti si contano annualmente circa 1.285 bambini concepiti attraverso contratti di surrogazione, con un business che genera profitti per 14 miliardi di dollari. Le regolamenti cambiano in base allo Stato; ad esempio, in California, il più permissivo, le limitazioni riguardano principalmente l’età, i legami di parentela e l’aspetto economico dell’accordo con la donna che offre il proprio utero. Esistono due tipi di accordi: commerciale, in cui la donna riceve un compenso extra, e altruistico, che prevede solo un rimborso spese.

In Italia, circa 250 coppie ricorrono ogni anno alla maternità surrogata in cliniche estere specializzate. Rientrati nel paese, richiedono la trascrizione dell’atto di nascita. Si stima che il 90% di queste coppie sia eterosessuale, tuttavia si tratta di dati approssimativi. A livello di confronti, la Spagna, che ha un registro dei bambini nati da surrogazione, conta una media di 340 casi all’anno.

Paesi come l’India e la Russia approfondiscono ulteriormente il dibattito sulla maternità surrogata. L’India è stata per anni il fulcro della maternità surrogata a livello mondiale, con un mercato da 2,3 miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, la mancanza di leggi specifiche ha portato all’esplosione di un vero e proprio racket, con donne spesso manipolate e sfruttate. Di conseguenza, nel 2021, l’India ha vietato la maternità surrogata commerciale, consentendola solo in forma altruistica alle coppie sposate da almeno cinque anni. La Russia, d’altro canto, ha vietato nel 2022 i servizi di maternità surrogata per gli stranieri e per gli uomini single.

In conclusione, la maternità surrogata è un argomento complesso e controverso che necessita di un approccio sia legislativo che etico aggiornato e sensibile. Sulla base delle politiche messe in atto in vari paesi, è evidente che una soluzione universale è ancora lontana.