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Il software di proctoring della Bocconi sotto accusa: violazione della privacy degli studenti?

Il software di proctoring utilizzato dall’Università Bocconi durante la pandemia è nuovamente sotto esame. La questione riguarda la possibile violazione della privacy degli studenti.

Il software di proctoring, utilizzato dall’Università Bocconi durante la pandemia per monitorare gli studenti durante gli esami, è nuovamente al centro di un dibattito legale. La questione principale riguarda la possibile violazione della privacy degli studenti, con il software che potrebbe aver profilato il volto e i comportamenti degli studenti in modo illegittimo. In altre parole, si indaga se il software abbia effettuato un riconoscimento facciale non autorizzato per monitorare gli studenti.

La Corte di Cassazione ha riaperto il caso tra il Garante della Privacy e l’Università Bocconi, annullando la sentenza del Tribunale civile del 2022 che aveva ridotto la multa di 200mila euro comminata dall’Authority nel 2021 a soli 10mila euro. Ora, il caso è nuovamente aperto e sarà necessario un nuovo giudizio per risolvere una questione che riguarda il trattamento dei dati personali e l’accusa da parte del Garante Privacy di mancata informativa, indebita profilazione e riconoscimento facciale degli studenti da parte del software di proctoring dell’Università durante il Covid.

Il proctoring online è un metodo di sorveglianza digitale degli esami online. Il software di proctoring della società americana Respondus, utilizzato dalla Bocconi, è stato oggetto di reclamo da parte di uno studente inglese. L’accusa era che il software avesse violato le norme sulla protezione dei dati personali, identificando e monitorando il comportamento degli studenti durante l’esame in modo inappropriato.

Il software LockDown Browser di Respondus inibisce specifiche funzionalità dei dispositivi utilizzati dagli studenti, mentre Respondus Monitor cattura le immagini video e lo schermo dello studento, identificando e segnalando i momenti in cui vengono rilevati comportamenti insoliti o sospetti. In pratica, si tratta di un programma per il riconoscimento facciale.

Il reclamo ha portato a una multa di 200mila euro per la Bocconi e al divieto di utilizzare il programma. Secondo l’Authority, gli studenti non sono stati adeguatamente informati sul funzionamento dei software e sul trattamento dei loro dati personali. Tuttavia, un ricorso al tribunale civile ha quasi annullato la sanzione, e ora il caso è stato riaperto in Cassazione.