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DORA Regolamento: La Valutazione Fornitori Critica

Esploriamo il Regolamento DORA e l’uso critico delle certificazioni nella valutazione dei fornitori di servizi.

La valutazione dei fornitori nel settore finanziario è un procedimento che assicura la solidità e l’affidabilità dei servizi offerti a istituzioni e consumatori. In questo contesto, entra in gioco il Regolamento DORA (Digital Operational Resilience Act), una normativa UE che mira a rafforzare la resilienza operativa del settore finanziario tramite la regolamentazione dei rischi digitali che ne possono minare la stabilità. Tuttavia, quando si parla di DORA, si sottolinea spesso un punto critico: l’utilizzo delle certificazioni nella valutazione dei fornitori.

Le certificazioni, come il noto standard ISO o altre simili, rappresentano sicuramente un indicatore di qualità e di conformità alle best practice del settore. Rilasciate da entità accreditate, certificano che un’azienda aderisce a determinate procedure e standard di sicurezza. Nonostante ciò, il solo possesso di tali riconoscimenti non può essere considerato una prova definitiva o esaustiva dell’affidabilità di un fornitore. Il Regolamento DORA pone enfasi sulla necessità di adottare una valutazione olistica e multifacettata che vada oltre i certificati, promuovendo un approccio più approfondito e critico.

Le organizzazioni finanziarie, infatti, devono implementare un processo di valutazione che consideri un insieme più ampio di informazioni, inclusi la storia del fornitore, l’adeguamento alle norme di privacy, i risultati di audit esterni e la capacità di gestire eventi imprevisti. Questa prospettiva è cruciale per rilevare possibili rischi che potrebbero non essere coperti dalle certificazioni possedute dal fornitore e assicurare una resilienza operativa efficace nell’era digitale.

Il DORA, quindi, stabilisce un quadro di riferimento per le istituzioni finanziarie, sfidandole a sviluppare pratiche di gestione del rischio più sofisticate e ad attuare le necessarie misure di mitigazione. Il monitoraggio continuo, la revisione periodica della cooperazione con i fornitori e l’integrazione di audit interni e test di stress si rivelano elementi indispensabili per sostenere la resilienza in un settore sempre più interconnesso e dipendente dalla tecnologia.

Per concludere, la normativa UE sul Digital Operational Resilience incoraggia le istituzioni a non affidarsi ciecamente alle certificazioni, ma a considerarle come una parte dell’equazione di una robusta cyber security. Solo con la dovuta diligenza nel processo di valutazione dei fornitori, le entità finanziarie possono aspirare a una resilienza operativa che effettivamente tuteli loro stesse e il sistema finanziario nel suo complesso.