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Espandere le Funzionalità di Microsoft Copilot per la Sicurezza con Azure Function Apps

Scopri come integrare Azure Function Apps con Microsoft Copilot per migliorare la sicurezza informatica.

Negli ultimi anni, la sicurezza informatica è diventata una priorità assoluta per le aziende di tutte le dimensioni. Microsoft, leader nel settore della tecnologia, ha concepito Microsoft Copilot quale sistema basato su un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) per soddisfare le sempre crescenti esigenze di sicurezza. Attraverso l’uso di Azure Function Apps, le capacità di Copilot possono essere ampliate, consentendo agli sviluppatori di eseguire funzioni personalizzate in modo flessibile e scalabile.

Le Function Apps di Azure rappresentano un modo efficace per eseguire codice in un ambiente serverless, supportando vari linguaggi di programmazione come Python, JavaScript e C#. Queste app permettono agli utenti di scrivere funzioni che possono poi essere innescate tramite diversi eventi, il più comune dei quali è l’HTTP trigger, utilizzato per chiamare funzioni simili a un’API REST. Grazie a queste caratteristiche, le Function Apps possono servire come plugin per Copilot, ampliando le funzionalità del sistema.

Una delle aree in cui le Function Apps eccellono è l’integrazione con fonti di dati esterne. Poiché molti strumenti di sicurezza non offrono un’API REST standard, le Function Apps possono fungere da proxy, permettendo di ottenere dati critici da strumenti interni o da API non standard. Questo è particolarmente utile quando le organizzazioni possiedono strumenti personalizzati senza un’API REST, creando una sinergia tra Copilot e i dati esistenti.

Un caso d’uso che dimostra l’importanza di questa integrazione è la gestione delle vulnerabilità informatiche. La CISA (Cybersecurity & Infrastructure Security Agency) mantiene un catalogo noto come Known Exploited Vulnerabilities (KEV), che elenca le vulnerabilità attivamente sfruttate nel panorama delle minacce. Utilizzando le Function Apps, è possibile interrogare il catalogo KEV e ottenere informazioni specifiche, come il numero totale di CVE (Common Vulnerabilities and Exposures) presenti e i dettagli su prodotto o editore.

Per implementare questo, è necessario avere familiarità con il linguaggio di programmazione Python e l’ambiente di sviluppo di Visual Studio Code (VS Code) per impostare correttamente le Function Apps. La configurazione include l’autenticazione al proprio account Azure, dopo di che l’icona di Azure diventerà visibile in VS Code, fornendo accesso a tutte le risorse necessarie.

Una volta impostata la Function App, gli sviluppatori possono testarne le funzionalità a livello locale per garantire che le chiamate ai dati siano eseguite correttamente. Utilizzando strumenti di test API come Postman, è possibile verificare che tutte le funzioni rispondano come previsto ai requisiti di interrogazione.

Dopo aver costruito e testato con successo la Function App, il passo successivo è il deployment su Azure. Durante questa fase, è fondamentale gestire correttamente i requisiti dei moduli per garantire che tutte le librerie necessarie siano incluse nel file requirements.txt. Questo file specifica i moduli utilizzati, come ad esempio ‘requests’, che non è parte della distribuzione standard di Python.

In un contesto di produzione, l’accesso alla Function App deve essere controllato, quindi le impostazioni di autenticazione devono essere modificate per limitare l’accesso solo a chi possiede la chiave API corretta. Qualsiasi modifica apportata alle impostazioni di accesso deve essere testata nuovamente per accertarsi che il sistema continui a operare senza intoppi.

Infine, integrando le Function Apps come plugin per Microsoft Copilot, è possibile sfruttare appieno le capacità di automazione e AI nel campo della cybersecurity. Con questa sinergia, gli utenti possono accedere a dati estratti da più risorse, migliorando notevolmente la loro capacità di reagire alle minacce e mantenere la sicurezza del proprio ambiente informatico.