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Disparità Patrimoniale in Italia e Germania

Le famiglie italiane perdono il 23% del patrimonio nel tempo, il mercato immobiliare al centro del divario.

La ricchezza delle famiglie italiane ha subito una flessione notevole negli ultimi anni, con una perdita media del 23% in termini patrimoniali, evidenziando una contrazione di circa 45mila euro per nucleo familiare. Una diminuzione che risalta ancor più se messa a confronto con l’aumento patrimoniale registrato in nazioni come la Germania.

Osservando la situazione dal punto di vista degli strati sociali meno abbienti, emerge un contrasto marcato con la Germania. In Italia, le famiglie meno agiate mostrano un patrimonio triplo rispetto a quelle tedesche. Una condizione attribuibile alla prevalenza della proprietà immobiliare in Italia, dove la maggior parte delle famiglie possiede la casa in cui risiede. Tuttavia, la proprietà immobiliare rappresenta essenzialmente una ricchezza nominale perché, al di là del suo valore di mercato, comporta costi di gestione e manutenzione.

L’analisi dei dati Eurostat mette in luce un paradosso: laddove la Germania evidenzia le maggiori disuguaglianze patrimoniali in Europa, con un gap che vede le famiglie abbienti possedere patrimoni medi di 2,4 milioni di euro contro i soli 19mila euro delle controparti più povere, in Italia il divario si riduce, attestandosi a 60mila euro per i meno fortunati contro i 2,3 milioni per i più ricchi.

Il contesto italiano si distingue anche per la contrazione patrimoniale rilevata nell’ultimo decennio, in contrasto con l’incremento osservato in Francia e Germania. Le famiglie italiane hanno infatti risentito della depressione del mercato immobiliare, mentre in Germania il patrimonio medio delle famiglie è cresciuto addirittura del 36,05% nel periodo 2017-2021, come indicato dalla Bundesbank.

Se si volge lo sguardo alla classe media, emergono ulteriori limiti per le famiglie italiane che, con una ricchezza media di 320mila euro, risultano essere le meno abbienti tra le principali economie europee.

Per quanto concerne il segmento più ricco della popolazione, si osserva un trend di crescita patrimoniale che conferma una tendenza all’ampliamento delle disuguaglianze. Il variare del valore dell’immobiliare gioca un ruolo chiave: mentre il patrimonio dei più poveri si deprezza a causa della perdita di valore della propria abitazione, i più ricchi, grazie alle attività finanziarie, compensano e talvolta incrementano il proprio patrimonio.

La distribuzione della ricchezza è ulteriormente polarizzata dalla diversa composizione patrimoniale: i più agiati tendono a diversificare i loro investimenti, mentre coloro che sono in condizioni economiche più modeste possiedono principalmente immobili e depositi bancari. Nell’analisi di Banca d’Italia, si sottolinea inoltre la superiorità patrimoniale dei lavoratori autonomi rispetto ai dipendenti e pensionati.

Per delineare la situazione dell’equità patrimoniale all’interno delle nazioni europee, Eurostat si avvale dell’Indice di Gini, che in Italia segna un aumento, posizionandosi a 32,9 rispetto alla media europea di 30,1, denotando così un’escalation delle disparità economiche.