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Restrizioni sull’IA generativa: privacy a rischio?

La crescente preoccupazione per la sicurezza dei dati porta un’azienda su quattro a limitare l’uso dell’IA generativa.

L’intelligenza artificiale (IA) generativa rappresenta senza dubbio una svolta nella tecnologia moderna, ma non tutte le aziende sono pronte ad accoglierla a braccia aperte. Sorge infatti un dilemma che mette a confronto il potenziale innovativo di questa tecnologia con la necessità di proteggere dati sensibili e proprietà intellettuale.

Uno studio recente svela una realtà preoccupante: un quarto delle organizzazioni a livello globale ha scelto di proibire completamente l’utilizzo dell’IA generativa all’interno dei propri reparti. Questa decisione deriva dalla percezione di possibili rischi legati alla privacy e alla cybersecurity, soprattutto con l’impiego di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), che potrebbero favorire la fuga di informazioni riservate.

La situazione attuale mostra che, nonostante l’elevata familiarità con l’IA generativa e il riconoscimento del suo valore operativo, sussistono significative preoccupazioni. L’indagine mette in luce la paura che i dati aziendali possano finire nelle mani sbagliate, con particolare enfasi sui rischi di cessione non autorizzata di diritti di proprietà intellettuale, di condivisione di dati con la concorrenza e di imprecisione nei risultati.

Le aziende sono spinte a implementare rigide restrizioni: limitano i dati che possono essere elaborati dai sistemi di IA, selezionano con cura gli strumenti permessi e vigilano sulla veridicità dei dati manipolati dalle applicazioni di IA generativa. Ciò si traduce in una notevole sfida per l’integrazione di tali soluzioni tecnologiche e nella necessità di sviluppare nuove strategie per la gestione dei rischi.

Il contesto normativo, oggi ancora incerto, gioca un ruolo chiave in questo scenario di sospetto e cautela, anticipando possibili costi aggiuntivi per le aziende necessari per adeguarsi ai futuri standard legali.

Il documento presentato da Cisco, da cui emergono questi dati, rafforza il concetto di quanto sia vitale per le aziende estremamente attente alla proprietà intellettuale e alla protezione dei dati, mantenere una posizione conservativa quando si tratta di adattarsi a nuove realtà tecnologiche come l’IA generativa.