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Il Webscraping alla Lente della Privacy

Il webscraping si colloca al centro di una riflessione normativa in tema di protezione dei dati personali.

L’attenzione nei confronti del webscraping è cresciuta esponenzialmente nel contesto della raccolta e dell’uso dei dati personali online. A questo proposito, emerge l’indagine conoscitiva avviata dall’Autorità garante per la protezione dei dati personali il 21 dicembre 2023 come un punto di svolta decisivo nell’ambito normativo della privacy.

Il procedimento promosso ha l’intento di vagliare più da vicino le pratiche di webscraping. Si tratta di una tecnica ampia e variegata che consente di estrarre dati da siti internet. Mentre da un lato essa trova legittimazione in una serie di impieghi – come l’analisi di mercato e la ricerca accademica – d’altra parte solleva non poche perplessità quando i dati personali vengono assorbiti senza consenso, in vista della creazione o del perfezionamento di sistemi di intelligenza artificiale.

Il cuore della questione risiede proprio nella protezione dei dati personali. L’indagine del Garante mira a raccogliere considerazioni e proposte relative alle misure che i gestori di piattaforme online, sia del settore pubblico che privato, dovrebbero assumere per contrastare l’uso improprio dei dati. Fondamentale è valutare l’adeguatezza delle tattiche in vigore e l’effettiva informazione e tutela dell’utente nelle attività di raccolta dati automatica.

In questa dinamica, gli sviluppatori che operano nel campo dell’intelligenza artificiale trovano un terreno fertile. Tuttavia, occorre interrogarsi su come il loro operato si allinei con le normative vigenti in materia di privacy. La sfida è bilanciare l’innovazione tecnologica con il rispetto per la sfera personale degli indiividui la cui traccia digitale è sempre più oggetto di interesse e sfruttamento. Ecco perché è vitale promuovere un dibattito costruttivo e approfondito su questa tematica, che coinvolga tutti gli attori del settore.

Dall’esito di questa indagine conoscitiva potrebbero scaturire nuove linee guida o raccomandazioni che fornirebbero un quadro di riferimento più chiaro alle aziende e, soprattutto, potrebbero rafforzare la tutela dei cittadini di fronte all’uso arbitrario dei loro dati in rete.